Era partito chic, ma è ben presto diventato choc. Compirà un anno di vita il prossimo 18 giugno il gruppo Facebook “Avvochic & choc, ovvero la moda nei tribunali”, che è arrivato a contare oltre 14mila iscritti. Grazie ai contributi fotografici di chi frequenta quotidianamente i palazzi di giustizia italiani, ogni giorno ai gestori della pagina arrivano decine di immagini con le mise più improbabili. Completi tigrati, cappelli da cowboy, minigonne inguinali alla ‘Basic Instinct” anche quando il fisico non lo consentirebbe. Chi invia le chicche di eleganza titola anche le foto e spesso lascia dei commenti, come ha fatto un avvocato di Aversa dopo aver fotografato un completo di dubbio gusto indossato da un’avventrice del tribunale: “E da Aversa è tutto, restituisco la linea e pure la laurea”. Le sfilate avvengono proprio nei tribunali e sono sempre di più gli avvocati, i cancellieri e persino qualche dirigente che si prestano al gioco, iscrivendosi al gruppo e fornendo foto a dir poco colorite. Tra i ‘foto reporter’ in incognito ci sarebbe anche un procuratore capo. Così si rischia di incrociare negli uffici dei giudici di pace sparsi per l’Italia la controfigura di Boy George o la donna tigre. “Napoli, Milano, Palermo, L’Aquila, Bari, Potenza, Roma, Teramo sono solo alcuni dei tribunali dai quali sono arrivati contributi” racconta a ilfattoquotidiano.it il fondatore del gruppo, l’avvocato Agostino La Rana.

DALLA MISSION CHIC ALLE FOTO CHOC – Ad ispirare il professionista è stata una collega molto avvenente che frequentava il tribunale di Napoli e che vestiva sempre in modo elegante, anche troppo rispetto agli standard dei palazzi di giustizia. Un giorno, tornando a casa dopo aver incrociato la sua ‘musa’, il professionista ha avuto l’idea: una pagina dove postare le foto degli outfit più riusciti. Inizialmente, dunque, doveva essere un luogo virtuale dove dare consigli di moda, su abbinamenti, colori, accessori. A volte, però, la realtà supera la fantasia. Soprattutto in fatto di scarpe fluorescenti, ombelichi in bella vista e volti di tigri stampate sul deretano. E non è uno scherzo. Così a La Rana sono iniziate ad arrivare foto divertentissime, delle mise più improbabili, non solo dai tribunali della Campania, ma da tutta Italia. Tanto che dopo poco più di un mese l’avvocato ha deciso di farsi aiutare ad amministrare la pagina da altri due colleghi, Claudio Di Meglio e Anna Battaglia. Alta la percentuale di foto choc, quelle con outfit tutt’altro che eleganti. Sono le più divertenti, le più cliccate e le più inviate in assoluto.

IL REGOLAMENTO – “Sabato prossimo festeggeremo il nostro primo anniversario” spiega a ilfattoquotidiano.it La Rana. Che racconta del boom su internet: “Ho iniziato a capire che il gruppo era seguitissimo, quando ci sono arrivate foto non più solo dalla Campania e dai vicini tribunali, ma dal Piemonte e dalla Sardegna”. Tra gli oltre 14mila iscritti, ci sono anche followers di altri Paesi e continenti. “Ci seguono da diverse città americane, da Bruxelles, da Germania, Spagna e Francia, anche perché noi comunichiamo attraverso le foto, dunque un linguaggio universale” spiega l’avvocato, che insieme ai colleghi ha stilato un vero e proprio regolamento. Prima regola: si postano e commentano “soltanto le foto scattate all’interno degli uffici giudiziari italiani e all’esterno, purché sia chiaramente visibile e identificabile l’edificio”. È obbligatorio indicare l’ufficio nel quale è stata scattata la foto e, se si desidera, si può concorrere al premio “Foto della settimana”, dando un titolo al proprio scatto. Si possono immortalare avvocati, imputati, attori, convenuti, testimoni, familiari delle parti processuali o impiegati vestiti in maniera particolarmente elegante o trash. Banditi i selfie, perché le foto devono essere ‘rubate’, mentre i volti non devono essere visibili. Si arrabbia qualcuno? “A dire il vero spesso le persone si riconoscono e sono più che altro contente” sottolinea il fondatore del gruppo.

LA MANIA E LE FERIE FORZATE – Ormai in Italia ci sono alcuni tribunali ‘presidiati’, come quelli di Napoli o di Milano. E c’è persino chi si reca in tribunale anche se non deve partecipare a nessuna udienza, solo per scattare foto e postarle. “Dato che ci sono alcuni colleghi ormai ossessionati da questo gioco, che ormai per qualcuno è diventato una mania – dice La Rana – abbiamo deciso di fare una pausa ad agosto, seguendo il ridotto calendario delle udienze per permettere a questi professionisti di ‘disintossicarsi’ e andare in vacanza”.

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