Le forze libiche fedeli al nascente governo di concordia nazionale guidato da Fayez al-Serraj stanno prendendo Sirte, la città costiera che diede i natali a Gheddafi, roccaforte dello Stato Islamico. Stamattina una serie di raid contro obiettivi dei jihadisti ha colpito la sala congressi Ouagadougou, considerata il centro amministrativo dell’Is in Libia. Nel mirino dei raid, ha riferito la tv satellitare al-Arabiya, sono finiti anche altri edifici utilizzati da cecchini dell’Isis. “È iniziato il conto alla rovescia per la liberazione di Sirte dall’Is”, ha annunciato un portavoce di “Al-Bunyan Al-Marsoos”, l’operazione militare che mira alla liberazione di Sirte dalle forze del Califfato che già ieri ha espugnato il centro della città. Sul web numerosi video documentano l’offensiva condotta con mezzi pesanti che attraversano le strade di Sirte, in gran parte vuote. L’avanzata è stata affiancata via mare dalla Marina che ha bloccato tutti gli accessi sul litorale, mentre l’aviazione ieri ha bombardato pesantemente il centro della città.

Nella mattinata dell’11 giugno le forze libiche hanno trovato almeno sei corpi con colpi d’arma da fuoco alla testa e decapitati in una caserma appena liberata. Secondo un portavoce dell’operazione, appartengono a “miliziani dell’Isis che hanno tentato di fuggire”. Inoltre, pur senza precisarne il numero né il luogo di detenzione, “le nostre forze – annuncia il portavoce – sono riuscite a liberare alcuni civili a Sirte che erano detenuti dall’Isis e che portano sui loro corpi tracce di tortura”. Intanto, il consiglio presidenziale del governo di intesa nazionale libico di Sarraj, sostenuto dall’Onu, ha deciso di creare una cellula di crisi per dirigere le operazioni militari contro l’Isis nella regione di Al Jafra, a sud della città di Sirte.

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