Una lettera scritta su carta intestata della Camera per richiedere informazioni su un complesso scolastico in via Savino 43, zona Talenti. La mittente è la parlamentare M5s Roberta Lombardi che, come riporta il Messaggero, “chiede di potere accedere agli atti per avere i resoconti della Asl” sulla situazione della scuola e segnala alcune criticità. Una scuola che è quella frequentata da uno dei figli dell’onorevole e dalla bimba di Marcello De Vito, suo braccio destro, “già candidato sindaco del M5s nel 2013 e questa volta mister preferenze (6.541) alle elezioni comunali“.

La deputata chiede che vengano effettuati alcuni interventi “per salvaguardare la salute e l’incolumità dei bambini che lo frequentano e del personale ivi impiegato”. In particolare si chiede “di riparare l’impianto di riscaldamento, di efficientare il sistema di allarme, di avviare lo smaltimento di materiali nocivi, di denunciare gli atti di vandalismo alla struttura, di verificare le iniziative programmate dal municipio in ordine a una struttura di proprietà adiacente alla scuola che allo stato versa in uno stato di completo abbandono“. Alla ricezione della lettera, al terzo municipio credevano stesse per partire “una giusta campagna del M5s per le scuole di Roma“. Poi le verifiche hanno appurato che quell’istituto finito nel mirino era frequentato anche dai figli della Lombardi e del suo braccio destro.

A rilanciare su twitter l’articolo del quotidiano romano è il senatore del Pd Stefano Esposito, che attacca i Cinque stelle. “Non eravate quelli contro la casta? – scrive su Twitter -. Certo in TV la realtà è altra storia. #M5Solochiacchiere“. E anche altri utenti sul sito di microblogging commentano la notizia. “Uno non vale più uno – scrive Daniele -. Ci siamo sbagliati”. E ancora: “Da uno vale uno a lei non sa chi sono io”. Ma c’è anche chi chiede le dimissioni.

La Lombardi, però si difende dalle accuse via Facebook e riporta altri casi in cui le sue richieste erano state inoltrate su carta intestata. Ad esempio nel caso della “scuola degli orrori” – ovvero all’istituto De Sanctis – e a “un complesso abitativo in via Mitelli“, poi ricorda “le decine di accessi agli atti che abbiamo promosso sullo scandalo della cassa previdenziale Enasarco o su altri temi come i piani di zona del Comune di Roma“. E inizia il suo post scrivendo: “Caliamo un velo pietoso sui parlamentari sfigati del Pd che, disperati, non sanno più a cosa attaccarsi. Ma se certi giornali seguissero meglio la nostra attività e le nostre battaglie, saprebbero che anche stavolta ho utilizzato la modalità normale di accesso agli atti di cui mi sono sempre avvalsa per denunciare, conoscere e approfondire in modo più tempestivo un tema o un problema. Nulla di nuovo o di diverso”.

Poi prosegue: “Se usiamo qualche prerogativa differente da quelle a disposizione dei cittadini, è soltanto per informare e proteggere i cittadini stessi. Qualcuno ricorda che ho trasferito il mio domicilio parlamentare per difendere una famiglia da uno sfratto ingiusto? Ho usato sempre la mia carta intestata. E’ sempre la stessa logica a guidarmi”. E conclude sottolineando che M5s non accetta “lezioni da chi va a fare la spesa con la scorta, va in auto blu a cena con Buzzi o si intasca 15mila euro di stipendio al mese”.

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