Una trasferta a New York da 4.873 euro, di cui 2.422 per le quattro notti passate in albergo. È Giuliano Pisapia il sindaco più spendaccione nelle trasferte istituzionali, a guardare i dettagli arrivati in risposta a una richiesta di accesso agli atti presentata dal Fatto in nove comuni, tre dei quali (Livorno, Parma e Firenze) hanno inviato una lettera per motivare il rifiuto a mostrare gli scontrini. Era l’ottobre del 2014 e il sindaco di Milano doveva promuovere Expo nella città americana. Non è dato sapere dove abbia dormito Pisapia, perché gli uffici del comune non hanno messo a disposizione le ricevute richieste, ma gli oltre 600 euro spesi a notte lasciano intuire che la camera non fosse niente male. E soprattutto superano i 184 euro che un decreto interministeriale del 2011 pone come limite al rimborso per le spese di soggiorno per ogni giorno con pernottamento fuori sede. Più sobrio il sindaco di Torino Piero Fassino che in una trasferta a New York, sempre nel 2014 e sempre per quattro notti, ha fatto spendere al comune per l’aereo e per il resto 1.430 euro. Per l’albergo gliene sono stati rimborsati 736, anche se la fattura era di 1.114: la quota sopra soglia, il sindaco l’ha dovuta mettere di tasca sua.

Soglia che i rimborsi di Pisapia hanno invece superato anche altre volte, come in una trasferta di due giorni a Bruxelles del gennaio 2014, in cui ha speso 360 euro per il pernottamento e 93 per il vitto, in una a Tokyo dal 22 al 27 settembre 2015, in cui ha speso 1.258 euro per il pernottamento e 137 per il vitto, o in una ad Assisi del mese successivo, in cui ha speso 290 euro per il pernottamento. Tutti rimborsi che, come quello relativo alla trasferta di New York, secondo l’ufficio stampa del comune di Milano “sono stati considerati congrui dai revisori dei conti e dalla Corte dei conti. Le spese dei viaggi di servizio sono state limitate nel 2014 a 18.867 euro e nel 2015 a 22.586, nonostante i diversi impegni fuori sede dovuti a Expo. Per quanto riguarda il tetto dei 184 euro, ci sono pareri secondo cui tale limite è derogabile in casi particolari”. C’è poi un altro particolare che differenzia Pisapia dai colleghi. Quando è stato a Roma per impegni istituzionali, il sindaco di Milano ha spesso noleggiato un’auto con conducente, con conti che nel 2014 e nel 2015 hanno superato i 400 euro per sei trasferte e i 300 euro per altre sei. “In tali missioni si è preferita la soluzione del noleggio dell’auto con conducente al taxi perché venivano concentrati in uno stesso giorno più appuntamenti e quindi erano necessari più spostamenti”, spiega l’ufficio stampa.

Venendo agli altri sindaci, Fassino, che quando è in trasferta come presidente dell’Anci mette alcune spese a carico dell’associazione dei comuni, al suo ha fatto spendere per i viaggi di servizio 7.780 euro nel 2014 e 3.710 nel 2015: la quota eccedente i 184 euro per spese di soggiorno non gli è mai stata rimborsata. Tale soglia non l’hanno superata il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (6.896 euro spesi nel 2014 tra trasporti, vitto e alloggio, 2.173 nel 2015), il sindaco di Palermo Leoluca Orlando (13.547 euro nel 2014, circa 15mila nel 2015) e quello di Verona Flavio Tosi (5.782 euro nel 2014, 3.478 nel 2015).

Per quest’ultimo, che secondo quanto comunicato dal comune ha pernottato fuori sede in albergo solo quattro volte, non sono però stati messi a disposizione gli scontrini. Così come non sono stati messi a disposizione per l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (19.841 euro spesi nel 2014), il quale – scrive la direzione Affari istituzionali del comune – non ha presentato richieste di rimborso per i pasti, mentre “le spese di pernottamento sono state liquidate previa riduzione delle stesse a euro 184 per giorno di missione fuori sede”. L’attuale sindaco Luigi Brugnaro da ottobre 2015 ad aprile 2016 ha speso in trasferta 2.894 euro per il trasporto, mentre “non ha presentato alcuna richiesta di rimborso per spese di pernottamento o spese per i pasti”.
@gigi_gno

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Pizzarotti e Nogarin non mostrano gli scontrini sulle note spese. A differenza dei sindaci di Napoli, Torino e Palermo

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