Ho rivissuto la magia della maestra prima ancora di divenire genitore, ovvero in galera, anzi nelle galere per minorenni, esse si prendevano in carico i ragazzini detenuti alle 8.30 e li riconsegnavano alle 13.00, ho visto le maestre tra i banchi di detenuti ultra minorenni all’Ucciardone è la poesia era sempre più bella. Quel giardino dell’infanzia, anche per chi non è più un infante o non lo è mai stato, che solo le maestre riescono a coltivare dovrebbe essere frequentato da chi ha a cuore il destino del Nostro paese.

carcere-minori

Questo è uno scatto fotografico proveniente da un’angolazione particolare, perché è un angolo immortalato da una mamma. Donne, mamme, maestre dotate di talento naturale che ogni essere vivente di genere maschile vorrebbe possedere, quella magia che solo le donne riescono ad esercitare per via della loro natura. Una maestra si sostituisce alle mamme d’Italia per cinque anni, quegli anni delle scuole elementari, quegli anni fragili, delicati, quegli anni in cui avviene il primo vero distacco dalla mamma, quegli anni che tutti ricordiamo, quegli anni in cui ti rimane impresso nella mente l’odore del detersivo usato dalle bidelle, quegli anni in cui il mattino ti staccavi con lo sguardo dagli occhi della mamma e ti agganciavi a quelli della maestra, quella maestra che aveva occhi, sorrisi e dolcezze per tutti. Quelle maestre delle elementari che sapevano cogliere dentro le nostre innocenti anime le fragilità, le paure e i limiti, quelle maestre che hanno dato la possibilità a persone illustri di essere quello che sono e quelle meno illustri di salvarsi. Quella presa in carico che solo le maestre riescono a garantirci per un servizio pubblico pieno di amore, un premio meritano quelle maestre che crescono i figli di un’Italia che non riesce a rappresentarsi davanti a bambini che un giorno diverranno grandi.

Le maestre giardiniere, così definite dal filosofo Friedrich Fröbel, vivono in quel giardino dell’infanzia dove con la cura dell’amore in cinque anni svezzano i bambini italiani, quei bambini che vengono fotografati dalla loro maestra che per cinque lunghi anni è stata il loro unico punto di riferimento per la metà delle indimenticabili giornate scolastiche, quelle giornate bellissime e spensierate che un bambino deve poter vivere. Un augurio alla maestra Simonetta Scotti per il suoi 35 anni servizio pubblico ed un augurio alla mamma che ha scattato un attimo importante perché entrambe con due scatti hanno rappresentato un mondo da replicare.

Articolo Precedente

Ultimo giorno di scuola: dimenticate pure i 7 re di Roma ma mordete la vita

next
Articolo Successivo

Esami di maturità 2016, il colloquio orale è la prova più temuta dagli studenti. Ma pochi fanno le simulazioni

next