Dalle rapine e gli omicidi alle estorsioni nel campo delle compravendite immobiliari. E’ questa la parabola criminale di Rossano Cochis, detto Nanu: storico braccio destro di Renato Vallanzasca. L’ex membro della banda della Comasina è stato arrestato dagli agenti del commissariato Greco-Turro di Milano.

Nato a Carpenedolo (Brescia) 69 anni fa, Cochis, era stato condannato nel 1977 per sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio aggravato, partecipazione a banda armata, plurime rapine e altro, tra cui un’evasione: nel 1976 era riuscito a fuggire dal carcere di La Spezia per assaltare insieme al “bel René” il carcere di Lodi per liberare Antonio Colia e quello di Lecco per liberare Antonio Rossi, altri storici componenti della banda. Dopo 37 anni era uscito nell’estate 2014 e affidato a una comunità per il recupero dei tossicodipendenti. Anche l’ex socio Vallanzasca, nel 2014, tornò a far parlare di sé. Non solo per le rivelazioni sul caso Pantani, ma anche per il tentato furto all’Esselunga di viale Umbria, dove venne pizzicato mentre cercava di rubare boxer, cesoie e una scatola di concime. Un episodio che gli è costato una condanna a dieci mesi.

“Sono entrato in galera il 15 febbraio 1977 e sono uscito a luglio – ha raccontato in un’intervista – Ma prima di varcare la soglia ho fatto quella promessa a mia mamma Bruna: “Stai tranquilla, non tornerò con i vecchi giri, con quella vita ho chiuso per sempre. Non voglio perderti e non voglio rovinare il mio matrimonio con una donna molto più giovane e innamorata di me”. Promessa infranta, secondo le indagini degli agenti di Greco-Turro diretti da Giorgia Iafrate. Lo scorso febbraio hanno arrestato due persone per estorsione ma sapevano che all’appello mancava un terzo. Ed era proprio Cochis, arrestato alle 23 di ieri nel suo appartamento di Bernareggio su ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Milano. Era in casa a quell’ora in virtù di un regime di libertà vigilata risalente al 2012 per un cumulo pene. Ha negato di aver partecipato alla tentata estorsione ai danni di un 26enne siciliano che lavora nel mondo della moda.

Nel novembre scorso il giovane ha versato a un’agenzia immobiliare un assegno di 100mila euro come anticipo per un appartamento in via della a Spiga a Milano del valore di due milioni e mezzo di euro. Poco dopo, avendo tutti i diritti secondo contratto, ha chiesto la rescissione e la restituzione della cifra. A quel punto il proprietario di casa ha chiesto all’agenzia di procedere alla consegna ma il contitolare dell’agenzia (padre di uno degli arrestati) ha voluto incontrare il cliente in un bar di Porta Venezia per cercare di convincerlo.

Il secondo appuntamento è stato fissato il 18 gennaio in un bar di viale Monza e in questa occasione sono comparsi tre presunti avvocati che hanno iniziato a minacciare il 26enne. I finti legali erano Cochis, di 69 anni, Gaetano Spera, 62enne con precedenti per rapina ed estorsione, e Simone Biancardi, il 23enne figlio dell’agente. I tre gli hanno detto che avrebbe dovuto pagare 300mila euro in virtù di un fantomatico credito contratto nei suoi confronti dopo il mancato acquisto. Soldi che avrebbe potuto versare con rate da 75mila euro.

“Per convincerlo hanno minacciato più volte il ragazzo di ritorsioni sulla sorella e sui famigliari – ha raccontato il dirigente Iafrate – Gli hanno detto di conoscere le sue abitudini e che l’avrebbe pagata cara se non avesse accettato”. Dopo l’incontro la vittima ha denunciato tutto agli agenti di Greco-Turro. Il primo febbraio il 26enne si è accordato per consegnare la prima tranche, in una busta rossa, in un bar di via Dei Mercanti, in pieno centro. Spera e Biancardi sono stati fermati al momento della consegna, Cochis (col ruolo di palo) è riuscito a scappare. “Ha detto che era lì per incontrare una donna per un lavoro – ha spiegato Iafrate – ma il video delle telecamere in zona mostra il suo atteggiamento guardingo”. I tre sono accusati di tentata estorsione in concorso (Cochis con l’aggravante di aver già partecipato in passato ad associazioni a delinquere), l’agente immobiliare è stato denunciato. Cochis è in carcere, Spera ha ottenuto i domiciliari e Biancardi l’obbligo di firma.

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