Jérome Kerviel è stato cacciato dalla Société Générale “senza una causa reale e grave”. Con questa motivazione il tribunale del lavoro di Parigi ha condannato la banca francese per il licenziamento del trader, protagonista nel 2008 di uno dei più importanti scandali finanziari globali. Quello cioè che ha provocato alla banca una perdita da 4,9 miliardi di euro per via di una speculazione in derivati.

Per i giudici francesi l’istituto d’Oltralpe dovrà ora pagare al trader più di 450mila euro perché non solo il licenziamento è avvenuto senza colpa grave, ma anche in condizioni “vessatorie”. Inoltre, secondo quanto riferisce il giornale Les Echos, la sentenza stabilisce che “all’epoca la banca era ‘perfettamente al corrente delle operazioni fittizie’ di Jérôme Kerviel, che hanno generato dei profitti per il gruppo”. Senza peraltro “un arricchimento personale” dell’ex dipendente della banca francese. E’ questa, del resto, la tesi dell’ex trader che, nel 2008, faceva parte dell’equipe derivati guidata da Jean-Pierre Mustier, il cui nome è recentemente spuntato nella rosa dei candidati alla sostituzione di Federico Ghizzoni ai vertici di Unicredit.

Nella visione della Société Générale la sentenza è “scandalosa” e per questo la banca, finita di recente anche nei Panama Papers, è pronta a fare appello. Intanto però il giudizio potrebbe giocare a favore di Kerviel nel procedimento civile in corso fra la banca e l’ex trader: il 15 giugno la Corte di Versailles dovrà esprimersi sul danno subito dalla Société Générale per le operazione fatte da Kerviel. L’ex trader era stato inizialmente condannato a rimborsare tutti i 4,9 miliardi persi dalla banca, ma poi la sentenza è stata annullata e ora Kerviel dovrà essere nuovamente giudicato.

Sul fronte penale, invece, l’ex trader è stato condannato in via definitiva a cinque anni di prigione per “falso e uso di falso” con l’accusa di aver occultato transazioni estremamente rischiose per l’istituto di credito. Dopo aver scontato parte della pena in prigione, Kerviel è tornato in libertà condizionata dal settembre 2014. Ha chiesto una revisione del processo che però in Francia viene accordata solo in rarissimi casi.

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