Il Lungomuro di Ostia. E’ il mare proibito di Roma, capitale europea con affaccio – negato – al Mediterraneo. Per la carica di sindaco restano in gioco Virginia Raggi (Movimento cinque stelle), favorita dal vantaggio del primo turno e dall’elettorato orfano di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), e Roberto Giachetti (Partito democratico). Hanno entrambi la possibilità, nei giorni che ci separano dal ballottaggio, di fare una promessa: abbattere subito quel maledetto Lungomuro che impedisce a romani e turisti di osservare l’orizzonte, di vedere il mare passeggiando, di accedere alla spiaggia senza dover passare per forza da cancelli, filo spinato, negozi e casette varie spesso abusive. È una promessa difficile da fare, perché quelle spiagge sono ostaggio dei potenti balneari, come abbiamo raccontato sul Fatto Quotidiano pochi giorni fa, voti che potrebbero risultare decisivi.

Sarebbe una promessa coraggiosa, perché chi si è sporcato le mani nel fango di Ostia (come il verde Angelo Bonelli) è stato anche vittima di disgustose minacce. È una promessa doverosa, perché i candidati sindaco di Roma non possono far finta che la Capitale non abbia il mare e ignorare le spiagge sequestrate, ingabbiate e violentate dagli stabilimenti del litorale. Chiunque sarà il prossimo sindaco dovrebbe avere come primo obiettivo il ripristino della legalità a Ostia, la vittoria di un lungomare liberato in faccia ai clan che spadroneggiano ancora per le strade tra sparatorie e controllo mafioso del territorio alla luce del sole.

Abbattere quel maledetto Lungomuro sarebbe un avviso di sfratto anche per i boss e sarebbe un’impresa meravigliosa (l’unico a provarci è stato, sotto l’amministrazione Marino mandata a casa dal Pd di Matteo Renzi, l’allora assessore Alfonso Sabella, ora indicato da Giachetti come eventuale capo di Gabinetto, ma i suoi varchi sono stati subito sbarrati dai balneari). La lancetta corre verso il ballottaggio, aspettiamo la promessa ansiosi di vederla mantenuta.

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