Bersagliato da minacce di morte. Per questo il leader dei Verdi tedeschi, Cem Ozdemir, è stato messo sotto la protezione della polizia dopo il voto del parlamento tedesco che, il 2 giugno, ha riconosciuto come genocidio il massacro degli armeni. In quella data il Bundestag ha infatti approvato la risoluzione che riconosce il massacro del 1915 a opera dell’Impero Ottomano: un voto che ha provocato forte tensione fra Germania e Turchia, e per il quale Ozdemir è stato particolarmente preso di mira perché, oltre a essere fra i promotori del provvedimento, è anche di origine turca.

“Siamo abituati ad attacchi e insulti, ma non abbiamo mai ricevuto così tante minacce di morte”, ha raccontato Marc Berthold, capo dell’ufficio di Ozdemir, al quotidiano tedesco Die Welt. “L’estremismo di destra non è solo tedesco. Sfortunatamente esiste anche in Turchia e fra i turchi-tedeschi”, ha commentato Ozdemir, che è sempre stato molto critico verso il governo turco di Recep Tayyp Erdogan.

Quest’ultimo, dopo il voto tedesco del 2 giugno, aveva commentato che ci sarebbero state ripercussioni sulle relazioni diplomatiche: “Avrà un impatto molto serio sulle relazioni tra la Turchia e la Germania”, aveva detto Erdogan. “L’intenzione è di intraprendere nuove misure contro il governo tedesco”. Durissimo era stato anche il primo ministro turco, Binali Yildirim, secondo cui la mossa del Bundestag “è stata un errore storico”. L’anno scorso Papa Francesco definì gli eventi dell’epoca “il primo genocidio del Ventesimo secolo” e la dichiarazione provocò anche in quell’occasione l’ira della Turchia che decise di ritirare l’ambasciatore.

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