Dopo Cutro anche Crotone. Calabria amara per il Movimento Cinque Stelle. Questa volta non si tratta del ritiro della lista per le comunali, come è avvenuto nel paesino salito agli onori della cronaca perché il “regno” della cosca Grande Aracri, ma di un intero meetup che fa un passo indietro e lascia il M5S. Il gruppo storico (oltre 30 attivisti) ha presentato le dimissioni  e non sosterrà il candidato a sindaco Dario Sorgiovanni.

Anzi è proprio il metodo con il quale si è arrivati alla scelta dell’aspirante primo cittadino ad aver spaccato il movimento: da una parte il “gruppo storico”, guidato da Maria Rita Lamanna, e dall’altra Sorgiovanni con il meet-up “Amici di Beppe Grillo”.

Una bufera annunciata e che, secondo Maria Rita Lamanna, ha un responsabile: il senatore Nicola Morra contro il quale il “gruppo storico” di Crotone aveva scritto più volte allo staff di Beppe Grillo e al direttorio del M5S chiedendo di censurare l’atteggiamento del parlamentare “reo” di aver favorito la candidatura di Sorgiovanni.

“Si fa presente al Direttorio Nazionale e allo Staff, – è scritto in una raccomandata inviata a marzo – che la lista indebitamente e spudoratamente sostenuta dal portavoce Morra, ha candidato a sindaco, nelle primarie, un candidato consigliere nelle liste del Pd, che ha corso per le amministrative del 2011 a sostegno dell’attuale sindaco Vallone, del Pd, così come almeno altri due candidati della lista ormai certificata M5S”.

Insomma, già tre mesi fa gli ormai ex pentastellati crotonesi, avevano avvertito Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che la lista capeggiata da Sorgiovanni “viene considerata come una lista farlocca del Pd con tentacoli di Peppino Vallone”. Nessuna risposta. E allora tutti via da un partito “che non ha tenuto in considerazione le nostre lettere e le nostre segnalazioni”.

“Ci siamo dimessi e cancellati dal movimento – aggiunge Maria Rita Lamanna – abbiamo dato la comunicazione allo staff, a Beppe Grillo e abbiamo deciso di non fare più parte. Il Movimento ci ha ignorati e ha appoggiato una lista di sconosciuti, di gente che non è vera attivista e che è entrata solo negli ultimi mesi. Secondo noi è una lista di opportunisti”.

Per capire come si è arrivati a questo punto, occorre fare un passo indietro quando dalla pancia del Movimento Cinque Stelle sono uscite due votazioni gestite da due meet-up differenti. E quindi due candidati a sindaco: Dario Sorgiovanni con 162 voti e Maria Rita Lamanna con 427 preferenze.

“Nonostante avessi preso più voti – spiega Lamanna – siccome eravamo risultati in due, dovevamo fare un nuovo confronto. E invece, il senatore Morra non ha voluto. Quando abbiamo mandato la nostra lista allo staff, ci hanno detto che il tempo era scaduto. A quella di Sorgiovanni questo non è successo perché avevano Morra alle spalle. Noi pensavamo davvero che uno vale uno. Abbiamo scritto a Di Battista, a Di Maio, ma nessuno ci ha risposto”.

Ecco quindi che, stando alla ricostruzione degli attivisti del gruppo storico, “la democrazia a Crotone non è stata tenuta in alcuna considerazione dal Movimento 5 Stelle. Infatti, una votazione con 600 cittadini crotonesi (quella in cui Sorgiovanni ha preso 162 voti) è valsa di più di una che ha visto 1001 cittadini partecipanti”.

Fin qui le dinamiche interne ai pentastellati. Ma per Lamanna e il “gruppo storico”, il caso Crotone è “la dimostrazione della fallibilità della paventata democrazia a cinque stelle che favorisce i pochi, invece che i molti”.

“Il Movimento è un bluff – denuncia l’ormai ex grillina – e ha un modo di fare fascista, con una struttura partitica, che si muove nell’ombra, dove non vige la democrazia, ma regnano i favoritismi. Non è vero quello che dicono che uno vale uno. Questa è la politica dei compari”.

Anche il numero dei dimissionari è simbolico: “Ci siamo dimessi 30 più 1 perché il senatore Morra è stato eletto parlamentare con 30 preferenze. Lo hanno eletto 30 persone e adesso chiediamo che si dimetta”.

Articolo Precedente

Comunali Camposano 2016, la campagna elettorale si chiude con la bomba carta contro la casa del giornalista

next
Articolo Successivo

Elezioni Roma 2016, si tace su Mafia Capitale. E gli ‘acchiappavoti’ sono sempre gli stessi

next