“La chiamava ogni dieci minuti, ma non era violento”. Tina Raccui, la mamma di Sara di Pietrantonio, la ventiduenne trovata semicarbonizzata nella notte fra sabato 28 e domenica 29 maggio, il killer di sua figlia lo aveva accolto come un figlio e lo aveva ospitato spesso in casa sua. “Era sempre da noi” – racconta la donna al Corriere della sera – si fermava spesso a dormire. E’ sempre stato molto geloso, ma non abbiamo mai pensato a nulla di male”.

Nell’intervista rilasciata a Fiorenza Sarzanini, la donna parla della figlia al presente: “E’ una ragazza meravigliosa, allegra, bellissima. Non si scoraggia mai, nemmeno quando andò male ai test di medicina: lei non si è persa d’animo. Ha scelto di andare avanti senza perdere tempo, iscrivendosi a Economia e Commercio a Roma 3”. Vincenzo Paduano, il vigilantes 27enne che ha ucciso sua figlia, Sara l’aveva conosciuto – spiega la donna – a Ostia, in spiaggia, dove entrambi nell’estate di due anni fa facevano gli animatori.

L’ULTIMO INCONTRO E LA APP PER SMARTPHONE – In prima serata Sara aveva acconsentito a incontrare l’ex fidanzato, che aveva lasciato solo poche settimane prima. Da quando non stavano più assieme lei aveva iniziato a frequentare un altro ragazzo, Alessandro. Paduano, che si è appreso ieri qualche anno fa aveva anche tentato la strada della tv, avendo recitato nella fiction I liceali, con Giorgio Tirabassi, spiava i suoi movimenti: spuntava dal nulla ogni volta che Sara era col nuovo ragazzo. Tramite un’applicazione per smartphone, Trova il mio iPhone, lui era in grado di seguire i suoi movimenti: gli bastava conoscere la password di iCloud di Sara. Questo gli aveva dato modo di girarle attorno ancora dopo la fine della loro storia. Fino a quando, come riportato dal quotidiano di via Solferino, proprio grazie a questa app il vigilantes ha visto Sara baciarsi con chi stava prendendo il suo posto. Una settimana di rancoroso silenzio. Poi la richiesta di vedersi, sabato scorso. L’ultima.

IL TESTIMONE – “Non mi sono fermato ma non sono un vigliacco, appena ho saputo che Sara era morta sono corso dai carabinieri”. Edoardo Paraninfi ha 18 anni, è fra quelli che ha visto, quella notte, Sara chiedere aiuto. Se qualcuno si fosse fermato Sara non sarebbe morta, hanno detto dalla procura. Lui, come altri, non l’ha fatto. Quella notte era passato da quella strada, in zona Magliana, due volte. La prima volta ha visto i due ragazzi litigare. “Sfido chiunque a fare diversamente, passavo a 70 all’ora, ho visto un ragazzo tranquillo appoggiato sul cofano di un’auto e una giovane davanti a lui che gli urlava contro. Perché avrei dovuto chiamare la polizia?”, spiega. La seconda, invece, ha visto l’auto bruciare, “ma c’era una volante vicino, e più avanti non c’era niente. A quello devono dare l’ergastolo”, conclude.

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