Negli Stati Uniti gli scienziati hanno individuato il primo caso di ‘batterio’ che resiste a tutti gli antibiotici e che non può essere sconfitto nemmeno dai medicinali di ultima generazione. Un caso che può non essere isolato e che alimenta il rischio di una pandemia. Il tema sarà al centro della puntata di Report di domenica 29 maggio con il servizio Resistenza passiva di Sabrina Giannini, che parla dell’allarme lanciato dalla politica mondiale “sull’apocalisse antibiotica e il sopravvento di alcuni batteri che annienteranno la popolazione”. Ma la politica, al di là degli annunci, cosa sta facendo, realmente, per sradicare il problema alla radice? Poco o niente. Per esempio non si mettono in discussione una delle cause principali: gli allevamenti intensivi dentro cui finisce il 70% degli antibiotici prodotti nel mondo.

L’Unione Europea ha analizzato gli intestini degli avicoli al macello provenienti dagli allevamenti intensivi e ha trovato percentuali di batteri resistenti preoccupanti. Batteri che ritroviamo nel piatto perché le linee di macellazione non proteggono integralmente dalla contaminazione. Comunque, la Commissione Europea si è accorta del problema tardi e si limita a fare pochi controlli. Secondo un rapporto commissionato dal governo Cameron all’economista Lord O’Neil, siamo ormai a un passo dalla pandemia, ovvero un’epidemia estesa a livello globale, che nel 2050 rischia di fare dieci milioni di vittime all’anno, più del cancro. Il conto per l’economia mondiale sarebbe devastante. La Danimarca, e soprattutto i Paesi Bassi, hanno ridotto il rischio di infezione negli ospedali facendo progressi importanti, e in Italia? Nonostante gli esperti conoscano le cause non si mette mano seriamente al problema, anzi: non sembra esserci interesse a renderlo noto. Eppure, il tasso di resistenza è tra i più elevati d’Europa, per i batteri più pericolosi.

Nel corso della puntata, nel servizio A fondo di Giorgio Mottolasi parlerà anche dei buchi nelle casse dell’ente previdenziale dei giornalisti, l’Inpgi, che ha i conti in rosso e nel giro di qualche anno potrebbe non avere più i soldi per pagare le pensioni. Oltre agli scandali giudiziari, hanno aggravato la situazione alcuni privilegi dei giornalisti, come la possibilità di andare in pensione a 57 anni, e soprattutto le centinaia di milioni di euro usciti negli ultimi sei anni da Inpgi per pagare la crisi degli editori italiani. Infine, nel servizio Fuori dal tunnel, Emilio Casalini illustra una legge conosciuta da pochi, simile al percorso fallimentare per le aziende, che permette ai singoli consumatori, e a determinate condizioni, di uscire completamente dal tunnel dei debiti. Sotto il controllo di un giudice si restituisce tutto il possibile e si può ricominciare da capo, finalmente liberi dall’incubo dei creditori

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