Ha chiarito di fronte alla magistratura la propria posizione, come aveva chiesto di fare subito dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia sulla vicenda delle nomine del Teatro Regio. Federico Pizzarotti nel primo pomeriggio di venerdì 27 maggio è stato ascoltato in Procura in merito all’indagine che lo vede indagato per abuso d’ufficio insieme al suo assessore alla Cultura Laura Ferraris e agli altri membri del Cda della Fondazione del teatro cittadino. “Abbiamo avuto la possibilità di chiarire alcuni aspetti che erano emersi in modo distorto, a mezzo stampa e non – ha spiegato il primo cittadino di Parma all’uscita – Abbiamo sempre operato per il bene del teatro, per quello della città e per il bene pubblico”.

Il colloquio di fronte al pm Giuseppe Amara, titolare dell’inchiesta, è cominciato alle 14 e terminato dopo oltre due ore. Pizzarotti, che si è presentato insieme al suo avvocato Elisa Lupi, aveva manifestato la volontà di essere ascoltato dagli inquirenti a febbraio, dopo che gli era stato notificato l’avviso di garanzia. Poi l’incontro, previsto per la fine di aprile, era slittato. Pochi giorni dopo è scoppiata la bufera politica e mediatica, con la diffusione della notizia dell’indagine per abuso d’ufficio e la successiva sospensione dal Movimento 5 stelle arrivata via blog di Beppe Grillo lo scorso 13 maggio. L’accusa da parte dei vertici del Movimento è la mancata trasparenza verso i cittadini e verso la sua stessa forza politica, per aver tenuto nascosta per tre mesi l’indagine che lo riguardava.

Ora il primo cittadino ha avuto modo di dare ai magistrati la propria versione dei fatti sulla vicenda da cui tutto ha avuto origine. “L’importante è avere fatto il proprio dovere ed essere venuti per cercare di spiegare la situazione” ha detto all’uscita dalla Procura, puntando poi il dito contro il Pd, che attraverso un esposto del senatore Giorgio Pagliari aveva fatto scattare l’inchiesta. “Il fatto che l’indagine arrivi circa un anno dopo rispetto al fatto contestato ci permette di dimostrare che tutte le nostre azioni hanno avuto un esito positivo. Quello che ha un esito negativo è la pubblicità che è stata fatta in città su questa vicenda da chi ha generato l’esposto creando dei danni, cioè il Pd”. Per quanto riguarda le nomine del Regio, il sindaco ha ribadito di essere convinto che la procedura seguita è stata “assolutamente corretta”, ma anche spiegato, come ha sempre ripetuto anche nelle settimane in cui era nell’occhio del ciclone, che è prima di tutto di fronte agli inquirenti che andava affrontata la questione. La stessa giustificazione con cui pochi giorni fa aveva replicato alle accuse dell’opposizione, che chiedeva un confronto in consiglio comunale sulla vicenda finita nel mirino della Procura.

“Oggi abbiamo chiarito questi punti, era il contesto giusto per farlo, mentre non lo è l’inquisizione del consiglio comunale né quella della stampa – ha aggiunto Pizzarotti – Quando la vicenda si sarà chiusa o andrà avanti ci sarà modo di elencare tutto quello che è stato fatto e l’esito, ma non credo che sia questo il momento di fare queste valutazioni, visto che ci sono delle indagini in corso”. Sarà la magistratura ora a far luce su quanto accaduto, mentre per Pizzarotti si avvicina sempre più il tempo dei giudizi politici. Dopo aver presentato le sue controdeduzioni alla sospensione dal Movimento, il sindaco è ora in attesa del verdetto finale da parte dei vertici, che potrebbe arrivare dopo le elezioni comunali. Per il momento, tra Parma, Roma e Milano è ancora gelo. “Il mio telefono è acceso, ma non ci sono chiamate perse – ironizza allontanandosi dalla Procura – Aspettiamo”.

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