Scene di guerriglia urbana ad Albuquerque, in New Mexico, durante il comizio elettorale di Donald Trump, dove una folla infuriata ha iniziato a protestare contro il candidato presidenziale repubblicano al grido di “fascista” e “abbiamo sentito abbastanza”. Secondo i media locali un gruppo di manifestanti si è radunato fuori dal centro congressi per protestare contro le posizioni sugli immigrati del miliardario americano e hanno iniziato a bruciare le t-shirt e i gadget elettorali di Trump. Sono state lanciate pietre e bottiglie contro la polizia, che ha risposto con fumogeni e spray urticanti e ha tratto in arresto diversi contestatori. Anche all’interno del Albuquerque Convention Center, il candidato presidenziale repubblicano, è stato interrotto ripetutamente e gli agenti della sicurezza hanno impiegato diversi minuti per riuscire a trascinarli fuori dall’edificio. Dal canto suo Trump, fresco del trionfo nelle primarie nello stato di Washington, ha risposto sbeffeggiando dal palco i dimostranti con frasi del tipo “Torna a casa da mamma” oppure “Quanti anni ha questo ragazzo? Indossa ancora i pannolini“. I suoi sostenitori, intanto, scandivano il loro slogan preferito: “Costruite quel muro” per tenere lontani i migranti messicani

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