Partendo da un booktrailer, i giornalisti Matteo Bianchi e Irene Lodi, per conto dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con il Comune della città estense, hanno ideato un progetto totale utile a far riscoprire la figura di Ludovico Ariosto e dell’Orlando Furioso come se si trattassero di un autore esordiente contemporaneo con un’opera inedita da promuovere.

Matteo Bianchi e Irene Lodi hanno lavorato in modo insolito e affascinante, come se fossero un ufficio stampa messo davanti al compito di lanciare l’uscita in libreria di un poema cavalleresco. Hanno creato una grafica ad hoc, pensata e realizzata da Silvia Franzoni sulla falsa riga del ritratto di Tiziano del 1515, conservato al Museum of Art di Indianapolis, e si è organizzata una conferenza stampa (avvenuta lo scorso 15 aprile), oltre al booktrailer, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Audiovisivi del Comune di Ferrara.

Quella scelta dai due giornalisti è un’operazione creativa che cerca di dimostrare come, nonostante i cinquecento anni di distanza, il Ducato Estense del passato non fosse tanto diverso dalla città odierna. Grazie alla recitazione di Alessandro Tagliati, nei panni dello stesso Orlando Furioso, e all’interpretazione di Matteo Pedrini, un Ariosto molto radical e poco chic, si è parlato di gender, immigrazione e precariato, suscitando opinioni contrastanti tra il pubblico, diviso tra i puristi, convinti a lasciare intatta la tradizione, e i possibilisti, più disponibili alle diverse interpretazioni.

Trascinare nel contemporaneo il poema e il suo autore, immaginandolo alle prese con gli editori e i media dei giorni nostri è la mission del progetto, che vuole contestualizzare un capolavoro della nostra tradizione letteraria per avvicinare alle radici culturali ferraresi più pubblico possibile, soprattutto i giovani. Ma rileggere Ariosto con cinquecento anni di storia in più alle spalle significa anche dare spazio a pensieri diversi, significa andare a ricercare, tra i canti, quelli che più si accostano alle tematiche odierne.

In fondo L’Orlando Furioso è una delle opere della tradizione che più si accosta ad un’interpretazione contemporanea: dalla paura del “diverso” espressa attraverso la guerra e i duelli tra Cristiani e Mori, il cavaliere, il self-made man, che combatte e vince creature mostruose, il contrasto tra il maschile e il femminile, oggi gigantesco dibattito che tocca tutti gli ambiti della vita civile.

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