Per il candidato garantisce il politico morto. Fin dentro il manifesto. Un altro caso particolare coinvolge le liste di Ala a Napoli, dove i verdiniani sostengono la candidata a sindaco del Partito democratico Valeria Valente. Più precisamente Giuseppe Riganato, 13227406_1079566112108101_7271454271663983061_odetto Peppe, da braccio destro di Giovanni Di Vincenzo, ex Pdl, consigliere uscente del municipio di Secondigliano, è diventato suo erede politico dopo che il mentore è morto, poche settimane fa, per colpa di un ictus. Ma Di Vincenzo, racconta Repubblica, è anche cognato di un cosiddetto “capo-piazza” della camorra, Giuseppe Parisi detto ‘o Nasone, morto anche lui, ma questa volta ammazzato da clan rivali. Poco prima, spiega sempre Repubblica, lo stesso Di Vincenzo era stato denunciato per voto di scambio.

Ma il ticket Di Vincenzo-Riganato è così forte che continua anche ora che il candidato al consigliere non c’è più. Nel manifesto, sullo sfondo, spunta la foto del defunto, mentre sul profilo facebook di Peppe Riganato si moltiplicano le foto insieme a Denis Verdini e Antonio Milo, l’ultimo dei senatori che, eletti con il centrodestra, sono andati a ingrossare le file del gruppo parlamentare di Ala.

Parentele e curriculum poco trasparenti non sono una novità per Ala. E’ di sabato scorso la polemica di un candidato nelle liste di Ala di un figlio di un boss. “E’ presentabile. Ognuno risponde solo per sé” ha replicato lo stesso Verdini. E alla cronista anti-camorra Rosaria Capacchione, senatrice del Pd, che lo ha definito “simbolo della collusione”, Verdini aveva risposto che “collusa sarà la mamma di chi lo ha detto”.

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