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Porno, il cinema hard non paga più come una volta. Per gli uomini le cose vanno peggio: il listino delle prestazioni sul set

Sono pochissime le attrici che fatturano 100mila dollari l’anno, mentre la media si aggira sui 45mila dollari. I dati parlano di una media di popolarità “alta” all’incirca di 18 mesi, per alcune ragazze magari sprovviste di buoni agenti la presenza media ad alto livello è addirittura di un anno. Durissima è anche la vita delle maestranze sui set porno

di Davide Turrini

Il mondo del porno non è più quello di una volta. Soprattutto quando si parla di stipendi per le pornostar. Secondo un rapporto del sito CNBC, elaborato con i dati raccolti durante l’ultima Expo del porno a Las Vegas nel gennaio 2016, il mondo della pornografia statunitense, quello più popolare e diffuso ufficialmente al mondo, sta vivendo un momento piuttosto difficile. Nel programma liberal e di sinistra firmato Bernie Sanders pare non esserci menzione e relativa soluzione, ma al di là della facile ironia il porno post 2000 ha assunto i tratti classici del sistema oligopolistico (quattro/cinque portali web di porno gratuito) che sta facendo diminuire gradualmente i salari di attori e maestranze del settore. Tanto che molte pornostar Usa arrotondano con la promozione di prodotti commerciali, scatti pirata su Snapshot, o anche servizi da escort.

In pratica sono pochissime le attrici che fatturano 100mila dollari l’anno, mentre la media si aggira sui 45mila dollari. Intanto uno sguardo sui guadagni aggiornati a gennaio 2016. Una pornostar di medio livello viene pagata tra gli 800 e 1.000 per le tradizionali scene di sesso uomo/donna. Grandi nomi di attrici possono arrivare anche sui 2000 dollari a film, mentre chi si è guadagnata una “cattiva reputazione” può scendere ad una sorta di minimo salariale di 300 dollari. Le acrobazie ‘più estreme’ vanno dai 1200 dollari per l’ “anal” semplice ai 2.500 dollari di un “double anal”.

Per i pornoattori le cose vanno peggio: 500-600 dollari a film, con le poche riconosciute star che arrivano a malapena a mille, e anche 1500 se si finisce su un set di porno gay. A queste cifre lorde vanno tolte le percentuali trattenute dagli agenti, che variano dal 10% al 15%, e altre spese tassative come gli esami sanitare per l’HIV e le altre malattie sessualmente trasmissibili. A ciò si aggiunge il sempre più rapido tempo di “consumazione” delle star del porno, grazie alla visione usa e getta online che nel suo immediato ripetersi anche quotidiano di fruizione ne accorcia la vita professionale.

I dati parlano di una media di popolarità “alta” all’incirca di 18 mesi, per alcune ragazze magari sprovviste di buoni agenti la presenza media ad alto livello è addirittura di un anno. Durissima è anche la vita delle maestranze sui set porno, sempre che non si lavori a bassissimo budget modello “gonzo” movie. Basti pensare che il direttore della fotografia non va oltre i 500-700 dollari a film, i tecnici del suono 300 dollari, e gli assistenti di produzione tra i 100 e i 200.

Per capire come il mondo attuale del porno consumi velocemente icone e star basta leggere la lista della “sporca” dozzina di pornoattrici più cool del momento stilata proprio all’Expo 2016. Ne peschiamo alcune. Si parte dalle novizie Carter Cruise e Keisha Grey; poi si passa alla veterana Riley Reid (ben 6 anni sulla cresta dell’onda, anche se i primi due/tre sono stati di anonimo rodaggio); la ventenne Aidra Fox, che ha iniziato a 19; infine la vera star emergente, ex modella di Luis Vuitton e American Apparel, una furia da set disposta ad ogni tipo di genere anche il BDSM: la 29enne di origine etiope, Skin Diamond. Difficile rintracciare i nomi notissimi emersi anche solo a metà del primo decennio del duemila. Fare la pornostar nell’era del web è decisamente, fuor di ogni risatina, un mestiere usurante.

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