“La fusione tra Stampa e Repubblica, le epurazioni in Rai, la guerra di potere al Corriere e l’avvicendamento dei direttori nella sede di Libero, con l’arrivo del più renziano Vittorio Feltri che scalza Maurizio Belpietro“. Marco Travaglio, direttore de il Fatto Quotidiano, elenca e commenta i cambiamenti nel mondo dell’editoria, convinto che incideranno da subito nella partita per il referendum costituzionale sulla quale il governo sta puntando tutto. “Sul ddl Boschi scritto a quattro mani, anzi piedi, con Verdini, ruota ormai tutto, c’è una corsa al Sì che appartiene alla tradizione italica del salto sul carro del vincitore. I talk show per funzionare hanno bisogno del contraddittorio, invece li stanno smantellando tutti per affidare la comunicazione ai telegiornali, dove Renzi ha una predominanza che persino Berlusconi se la sognava. Ci saranno inni, salmi, canti per il Sì, mentre il No faticherà a far sentire la sua voce”, prevede Travaglio, che avverte: “Le trivelle sono state la prova generale, hanno detto “astenetevi o votate no”, adesso si sentirà soltanto votate Sì”

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Referendum, Renzi lancia la campagna porta a porta: funzionerà?

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Casapound, con la stampa parla solo Iannone: “Del terzo millennio? Solo fascisti, grazie”

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