Il dottor Fabrizio Quattrini è psicologo, psicoterapeuta e sessuologo. Nel 2005 ha fondato a Roma l’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica dove ricopre la carica di presidente. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche. 

Molte volte il significato di trasgressione cela erroneamente pensieri, comportamenti, immagini in cui l’individuo tende ad oltrepassare i limiti di ciò che abitualmente considera lecito. Nello specifico quando il “trasgredire” si unisce con il “sessuale”, l’esperienza erotica si tinge di estremo, o comunque acquisisce una sfumatura che inevitabilmente si orienta verso la rottura degli schemi normativi, degli stereotipi, di tutti quei cliché, che nulla sembrerebbero avere a che fare con l’esperienza sessuale “corretta”.

Ma esiste un’esperienza sessuale “corretta”? Mi dispiace ammetterlo ma sulla base della personale esperienza clinica devo dire che sono ancora molte le persone, uomini e donne, che individuano nella sessualità un certo tipo di obbligo e di regole, definendo lo stile sessuale “corretto” o comunque “tipico”. Questi individui si nascondono dietro la semplice espressione di ”normale”, “naturale” amplificando un certo bisogno di omologazione. La sessualità viene vissuta come esperienza caratterizzata esclusivamente dalla genitalità, o comunque da automatismi e meccanismi erotici che sono ben lontani dall’espressione intima del piacere. L’ignoranza, solitamente rinforzata da una scarsa se non inesistente educazione sessuale ricevuta, o quantomeno auto alimentata, accompagna gli individui nella direzione di quel piacere erotico, dell’esperienza orgasmica fine a se stessa. Un orgasmo che si allontana dal desiderio erotico personalizzato, e che allontana ancora di più la possibilità di comprendere i propri intimi fabbisogni, spostando spesse volte l’ago della bilancia sulla disfunzionalità sessuale.

Trasgredire quindi diventa una dimensione emotiva ed “energetica” del piacere erotico-sessuale. La curiosità che amplifica il desiderio e l’immaginario erotico trova nella trasgressione non solo il piacere, ma soprattutto il divertimento, che rende la sessualità espressione di libertà. La trasgressione erotico-sessuale esiste in tutte le persone, anche in coloro che si ostinano a rispondere alle “regole” spesso bigotte di una società troppo benpensante. Come ho sottolineato nel mio ultimo libro Parafilie e Devianza. Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Atipico nell’esperienza dell’essere umano sono presenti diversi livelli di trasgressione, che nascondono a loro volta altrettanti differenti manifestazioni. La trasgressione sessuale è l’espressione non solo della novità erotica, ma della sperimentazione dei “reali” e impliciti bisogni dell’individuo.

Trasgressivo, dunque, è tutto quello che appare singolare e “diverso” nell’immaginario di ogni essere umano; un’esperienza che prevede un nuovo spazio d’azione, un altro punto di vista. Trasgressiva è la rappresentazione di una volontà troppe volte celata e che acquista sempre più corpo se condivisa e confrontata col partner. Le trasgressioni possono essere rappresentate da qualsiasi esperienza nuova e “diversa”, non usuale ma personale, che supera i livelli stereotipici di una normatività socialmente condivisa. Ecco allora che la sperimentazione di nuove modalità di espressione erotico-sessuale, ma anche l’utilizzo dei sex toys e ancora la necessità di rendere concreta ed eccitante una particolare fantasia erotica, di scambiare i ruoli sessuali, praticare a differenti livelli il BDSM, di esplorare una sessualità all’insegna del “poliamore”, fino alla massima espressione dello swinging e del cuckolding, sono tutte esperienze che possono migrare a differenti livelli, dalla normatività di una coppia, di un single, fino a raggiungere diversi e significativi gradi di trasgressione.

Allora sarebbe più utile ricordare che, per quanto molti individui si ostinino a rincorrere una qualche forma di sessualità normativa e stereotipata, l’esperienza del desiderio erotico e del piacere sessuale sembrerebbero avere pochi limiti (il limite per eccellenza è quello del rispetto di se stessi e per l’altro diverso da sé), e la trasgressione può rappresentare il giusto compromesso. Di fondamentale importanza rimane la fantasia erotica, che pur nella sua più florida espressione trasgressiva può rimanere solo fantasia e non essere necessariamente agita e vissuta come esperienza sessuale. A tale riguardo una recente ricerca scientifica canadese pubblicata sul Journal of Sex Research individua una serie di differenze importanti sulle fantasie e comportamenti considerati di tipo parafilico in uomini e donne. Molte donne nella fantasia hanno dichiarato di ricorrere ad un immaginario di tipo feticistico (48%) e voyeuristico (35%), per gli uomini l’immaginario invece prevalente è quello voyeuristico (60%). Nell’esperienza agita le donne sembrano sperimentare maggiormente comportamenti esibizionistici (29%), ma anche masochistici (24%). Negli uomini invece le azioni più trasgressive confermano il dato precedente delle fantasie (voyeurismo 50%), pur non sottovalutando altri comportamenti come l’esibizionismo (32%), il frotteurismo (32%) e il feticismo (30%).

Questi dati sembrano confermare l’importanza dell’immaginario e del vissuto erotico degli individui e quindi dell’abbattimento della falsa credenza del rincorrere spesso con ignoranza di una sessualità normativa, stereotipica. Come ho spesso argomentato in altri scritti il concetto di parafilia oggi non è da considerarsi disturbo, piuttosto una linea di demarcazione tra tutto quello che nella sessualità può essere considerato trasgressivo oppure deviante. Chiaramente, ognuno può, anzi deve sentirsi libero di vivere il proprio immaginario e comportamento erotico in linea con le proprie regole normative e trasgressioni. Credo però che riuscire a liberare le proprie energie creative in materia di erotismo possa solo che permettere a chiunque di evitare di cadere nelle trappole della dipendenza, del controllo, delle reali disfunzionalità psicosomatiche del comportamento sessuale.

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