di Gabriele Anello, caporedattore di Crampi Sportivi

Novembre 2017, da qualche parte ad Abu Dhabi la gara è appena finita. Il Mondiale si è appena concluso, ma il titolo è stato già assegnato in Brasile. Grazie alle rivoluzioni del regolamento, il campionato non è stato un monologo Mercedes, ma uno stretto duello tra le Frecce d’Argento e la rilanciata Red Bull. Il 2017 regala un altro record da parte di chi si diverte a riscrivere la storia, quel Max Verstappen che è arrivato con le fanfare a seguirlo e invece si è meritato una considerazione degna di un campione del Mondo. Già, perché le Lattine sono tornate competitive e alla fine l’olandese è il più giovane vincitore di un titolo in F1 a vent’anni. Tutto era già stato chiaro in un pomeriggio di un anno e mezzo prima, quando a Barcellona Mad Max si giocò le prime carte in Red Bull dopo 26 GP in Toro Rosso.

Nel caldo spagnolo, Verstappen aveva debuttato con la Red Bull. La casa austriaca, timorosa di perdere il giovane prodigio per le mire di Ferrari e Mercedes, aveva già deciso il cambio tra Verstappen e Kvyat, con il russo retrocesso in Toro Rosso nonostante un podio in Cina.

Verstappen tiene il passo di Ricciardo con una macchina che guida per la prima volta e con la calma di chi non ha 18 anni, ma probabilmente il doppio. Stupisce tutti persino in qualifica, dove tiene dietro l’australiano per due sessioni, salvo partire in quarta posizione.

Al via, Mad Max evita rischi eccessivi e sfrutta il patatrac Hamilton-Rosberg per volare in seconda posizione. Con quella situazione, tutti si aspettano la doppietta della Ferrari, pronosticata prima del Mondiale come unica antagonista delle Mercedes. Eppure le Rosse non riescono a superare le Red Bull. E al muretto tentano l’azzardo: Verstappen a due soste, così come Raikkonen e Vettel.

Nonostante un buon passo gara, il finlandese della Ferrari non riuscirà mai a impensierire seriamente Verstappen, che vince la sua prima gara in Formula 1 a 18 anni, riscrivendo qualunque tipo di record.

Talento innato, Max è figlio di Jos Verstappen, che in Formula 1 non è rimasto nella mente degli appassionati per i suoi risultati. Jos ha disputato 106 gran premi con sette scuderie diverse, non trovando mai la fama desiderata. Viene ricordato soprattutto per due cose. La prima: esser stato compagno di Schumacher nell’anno del suo primo titolo Mondiale con la Benetton.

I primi GP di Max confermano la sensazione, vince la sua seconda gara in Formula 1 proprio in Australia, all’apertura del campionato, dopo un sorpasso doppio su Ricciardo e Hamilton, fino a quel momento appaiati in testa alla corsa.

La rivalità è difficile anche in casa Red Bull, ma viene gestita differentemente: Helmut Marko monitora i progressi di Verstappen e neutralizza ogni possibile lamentela di Ricciardo. Così Verstappen arriva con 15 punti di vantaggio sull’australiano e 20 su Hamilton alla penultima tappa del Mondiale, quella di Interlagos.

Alla partenza l’olandese brucia tutti, tra cui uno sbigottito Rosberg, partito in pole. Dopo l’ultimo pit-stop, Mad Max è un filo dietro le due Frecce d’Argento ma s’inventa un sorpasso da sogno e strappa il titolo Mondiale a due giri dalla fine, complice anche il ritiro per un guasto meccanico di Ricciardo.

«Voglio ringraziare mio padre, la mia famiglia – quella reale e quella motoristica – ossia la Red Bull – per questo fantastico sogno. Siamo sicuri che sia tutto vero? Un grazie va anche a Helmut Marko, che mi ha accompagnato in questo viaggio in Formula 1. L’anno prossimo? Rimarrò qui, ho un contratto fino al 2020 e questa è la macchina più forte».

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