Si chiama Jack. O almeno, questo è il nome che gli hanno dato i tecnici Audi che si occupano di guida autonoma. Jack è una A7 “piloted driving concept”, ovvero un prototipo avanzato che anticipa alcune funzioni delle future self driving car. Perché è in grado di affrontare e gestire situazioni complesse interagendo con gli altri veicoli che ha intorno. Un esempio? Quando altri mezzi si immettono in autostrada, valuta se è il caso di accelerare o rallentare per agevolare il traffico, o quando supera gli autocarri mantiene una distanza laterale sempre un pò più grande. Proprio come farebbe un conducente “umano”.

E poi c’è il sistema di navigazione. Anche quello settato per individuare e prevedere il percorso con più tratti possibile da fare in modalità guida autonoma. Ma dove? Dove poter sperimentare queste tecnologie? E’ chiaro che per saggiarne la bontà, non bastano circuiti chiusi. Ci vuole qualcosa che riproponga le condizioni di guida di tutti i giorni. Dopo le esperienze negli Stati Uniti, dove alcuni prototipi hanno compiuto diversi test, si torna a casa. Nel senso di Germania. Qui il Ministero Federale dei Trasporti ha individuato nell’autostrada A9 una sorta di zona “franca”: non solo dove saggiare le capacità di queste auto, ma anche la loro interazione con le infrastrutture.

Parliamo della cosiddetta comunicazione Car-to-X, ovvero quello che in futuro sarà lo scambio di informazioni tra la macchina e l’ambiente che la circonda. Non solo altre vetture, ma anche e soprattutto un semaforo, un segnale autostradale, un incrocio o un passaggio a livello, giusto per fare degli esempi. Informazioni che saranno essenziali per evitare incidenti, o semplicemente code. Le info sul display di un cartello autostradale, ad esempio, un giorno potranno essere visualizzate in anticipo sul touch screen sul cruscotto della vettura, agevolando così il flusso del traffico.

Proprio sulla A9, in Baviera, si sta cercando di creare una sorta di “ecosistema” digitale favorevole a questo interscambio. Come? Testando, ad esempio, i materiali e il design dei paletti indicatori laterali per renderli compatibili con i radar presenti sui veicoli. E studiando, inoltre, speciali cartelli stradali per consentire ai prototipi di localizzare in modo estremamente preciso la propria posizione all’interno delle diverse corsie.

D’accordo l’autostrada, ma in città? E’ lì dove ci si muove con più frequenza, e dove si trovano gli scenari più complessi. Per l’ambiente urbano Audi sta metendo a punto il progetto First Mile, una sorta di laboratorio “reale” all’uscita dell’autostrada Ingolstadt-Sud: qui dall’anno prossimo insieme ai prototipi a guida autonoma verranno testate sia le misure infrastrutturali, come i diversi tipi di cordoli di marciapiedi, sia le soluzioni tecniche, come i sensori all’interno di un incrocio. La sperimentazione vera e propria, infine, avrà inizio nel 2018.

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