Crozza ha concluso la stagione su La7 dando appuntamento a ottobre (vedremo dove) e piazzando un colpo di teatro quando in platea è comparso Marchionne, quello vero, a ridersela di gusto per i motteggi e le battute su lui medesimo. A completare la carrambata e a mandare in brodo di giuggiole i feticisti del dettaglio citazionista, Raffaella Carrà in persona sedeva contigua e si sbellicava all’unisono col vertice del Fiat Chrysler Group. In altri tempi era toccato a Bersani (eravamo a Vieni via con me) fare l’eco, tra metafore e pelata, della propria imitazione in versione Crozza.

Tutto assai divertente, ma con un punto interrogativo bello grosso: quanto ci azzeccano queste operazioni di cordialità fra il satirico e il satireggiato con il pubblico, fedele e schierato, anche se in leggera contrazione, che segue Crozza? Siamo sul paio di milioni di spettatori medi (un po’ meno de Le Iene) frutto di circa cinque milioni di “contatti” più o meno duraturi. La dominante è di gran lunga maschile, ma sia per gli uomini che per le donne l’attenzione comincia a crescere solo dopo i 45 anni.

In più, Crozza è prediletto dai laureati e negletto dalle licenze elementari, trascurato dal Sud e ricercato al Nord. Dati che si associano il più delle volte a programmi basati su politica e dibattito. Quindi un pubblico “motivato” più che una platea “intrattenuta”. E pensiamo così, sulla base degli stessi dati e anche di qualche impressione di prima mano, che il pubblico di Crozza sia assai “radicale”, forse più di Crozza stesso, che alla fine dei conti è un’artista dotato di un’ottima squadra (lo si capisce ancora di più essendo presenti fra il pubblico in studio, come anche ci è capitato) e cavalca l’aria e la contro aria del suo tempo.

In altri termini, e per come la vediamo, il pericolo, carramba oggi e carramba domani, è che si passi dalla satira vera e propria alla “presa in giro” o alla “caricatura”; che il riso composto della gente di mondo sloggi le attuali incazzate risate. Pericolo? Sì, a meno che Crozza non stia preparando un allargamento della sua platea in direzione più “generalista” visto che ha tutte le qualità richieste a un potenziale mattatore di una prima serata su Rai1. Allora si capirebbe lo scostarsi dal modello Fo-Rossi e la riduzione delle distanze rispetto a Alighiero Noschese e Virginia Raffaele. E comunque se ne riparlerà alle Idi di Ottobre.

Articolo Precedente

Il Trono di spade, al potere finiscono la magia e il rapporto con l’aldilà

next
Articolo Successivo

Rai, la possibilità di un cambiamento vero a partire dai talk. Ma se a girare fossero solo i conduttori…

next