Il 15 maggio 2016 è un giorno che verrà ricordato a lungo nella storia della Formula 1. Max Verstappen, al debutto sulla Red Bull dopo la promozione dalla Toro Rosso, trionfa nel Gran Premio di Spagna e a 18 anni diventa il più giovane vincitore di sempre di un Gp, polverizzando il record (21 anni) che apparteneva a Sebastian Vettel. Proprio il tedesco è terzo, alle spalle dell’altra Ferrari di Kimi Raikkonen. Entrambi delusi per non aver approfittato dell’incredibile suicidio delle due Mercedes, che si auto eliminano alla terza curva. Ma la gara – finalmente appassionante, tesa fino all’ultimo metro, caratterizzato da pochi sorpassi e dal dominio della strategia – incorona il predestinato, figlio d’arte che ha già ampiamente superato il padre Jos: la Red Bull non vinceva dal 2014 e torna davanti a tutti grazie a un ragazzino appena maggiorenne. E la sensazione è che quello di oggi sia solo il primo successo di una grande carriera.

Prima di oggi un po’ tutti pensavano che la Mercedes si potesse battere soltanto da sola. E il Gp di Barcellona lo conferma. La partenza ravvicinata, e l’ennesimo sorpasso allo start, accendono la miccia che fa esplodere la rivalità tra Nico e Lewis, compagni sempre più rivali. Dopo la qualifica Rosberg aveva stuzzicato Hamilton, ricordandogli come nonostante le tre pole non fosse mai riuscito a passare in testa la prima curva. Succede anche in Spagna: il tedesco leader del mondiale lo brucia, ma scatena la reazione di Hamilton che prova subito il controsorpasso. E qui succede il pasticcio: Rosberg gli chiude la porta cambiando traiettoria e lo butta fuori, ma sull’erba l’inglese perde il controllo della sua monoposto e travolge il compagno. Risultato: tutte e due le Mercedes fuori al primo giro. E gara apertissima per tutti gli altri.

Ad approfittarne, però, non sarà la Ferrari, che resta seconda anche quando i primi escono di scena. La partenza di entrambe le rosse è rivedibile (Raikkonen perde subito quattro piazze, Vettel dopo aver provato ad essere aggressivo si fa passare da Verstappen e Sainz). Quando si rimettono in carreggiata, inizia una lunga gara di posizione e strategia, all’inizio all’inseguimento di Ricciardo che sembra lanciato verso il successo. Ma i pit-stop rimescolano le carte in pista: alla seconda sosta, l’australiano è il primo a fermarsi, seguito subito da Vettel ma non da Verstappen. Nel gioco delle coppie, anche Raikkonen assume la stessa strategia dell’olandese. La corsa diventa una partita a scacchi: la Ferrari di Vettel prova ad anticipare all’estremo il terzo stop (si riferma dopo appena 11 giri), Ricciardo fa l’opposto. Ma la strategia giusta è quella a due soste. Così con un long run di oltre trenta giri, che non era mai stato provato, la vittoria se la giocano a sorpresa Verstappen e Raikkonen. Max e Kimi, il giovane e il vecchio: tra loro ci sono 18 anni di differenza e pochi centesimi in pista. Il finale in questa lotta a due coppie è emozionante. Per il podio Ricciardo esagera in staccata, ma Vettel lo ricaccia indietro e poi l’australiano fora a un giro dalla fine, riuscendo comunque a salvare il quarto posto. Raikkonen invece non riesce mai neanche a tentare la zampata vincente, nonostante la sua Ferrari sembri averne un po’ di più. Ma la Red Bull dà il meglio nel terzo settore, l’unico punto favorevole ai sorpassi di un tracciato difficile. L’olandesino volante va fino in fondo, senza tremare mai, senza una sbavatura. E riscrive la storia della Formula 1.

Forse era quasi destino che le Mercedes dovessero lasciare strada al predestinato. Ma la loro uscita fa molto rumore. Tutta la squadra si ritrova in una riunione concitata dopo l’incidente. “Una manovra stupida, inaccettabile”, attacca il presidente Niki Lauda. Che prende le parti di Rosberg: “È più colpa di Lewis, è lui che ha attaccato”. Come dire che le gerarchie, in pista dopo la prima curva e forse anche in casa Mercedes, erano fatte. Ma il campione in carica non poteva accettarlo. Più diplomatico il team principal Wolfe, che parla di “incidente di gara normale, che però non può capitare fra due macchine della stessa scuderia”. Difficile ricucire. Dopo Barcellona nulla sarà più come prima. Rosberg e Hamilton da compagni diventano nemici. Dovranno guardarsi da Verstappen e dalla Red Bull, rivali forse più credibili della Ferrari, ma soprattutto da se stessi. Il mondiale è riaperto. E anche molto più bello.

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