Amarezza a delusione tra gli attivisti e i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Parma, il giorno dopo la sospensione del sindaco Federico Pizzarotti. Al banchetto per la raccolta firme a favore del ‘No’ al referendum Costituzionale non si parla d’altro. “Non abbiamo dormito questa notte, ma noi siamo schierati dalla parte del sindaco” dice Nadia, tra una firma a un’altra. “Questa decisione non è errata e ingiusta solo nei confronti del sindaco, ma anche di tutti i militanti che come me lavorano per la causa sul territorio”. Parole simili a quelle di Barbara. “Sono tanti anni che ci diamo da fare, mettendo lacrime, sangue e cuore per il Movimento e questo non è certo il modo giusto per essere ripagati” si sfoga. Mentre un altro attivista accanto a lei, alza le spalle: “Ci ho creduto e ci credo ancora nel Movimento, ma quando arrivano queste uscite dall’alto ti tagliano le gambe”. Lucio De Lorenzi, consigliere del M5S, afferma ai microfoni de ilfattoquotidiano.it: “E’ un autogol. Tra i malevoli, qualcuno dice che sia strumentale a non far vincere la Raggi a Roma”. Patrizia Ageno, altra consigliera comunale pentastellata, è fortemente critica con la decisione dei vertici del Movimento: “Noi abbiamo un attivista che ha contattato Roberto Fico e che, una volta saputo che era di Parma, ha cessato la conversazione. Anche io ho mandato degli sms, che non pubblico perché sono molto cattivi e lamentele personali, ma io ho passato un mese a fare telefonate affinché mi parlasse. Siamo noi che ci perdiamo e siamo persone che abbiamo dato l’anima per il territorio – continua – e ci sono consiglieri che hanno avuto problemi lavorativi per la loro appartenenza al Movimento 5 stelle e non prendiamo stipendi da 5/7/8 mila euro al mese noi”

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