Ormai si parla di lei come la nuova regina indiscussa della musica pop. Queen B, come la chiamano i fans, è davvero inarrestabile: la sua forte personalità, l’indiscutibile talento e la notevole presenza fisica, ne hanno fatto una vera e propria icona, una star mondiale che incanta e conquista pubblico di tutte le età. Già nel nome “Destiny’s child” che suo padre e manager diede al gruppo col quale iniziò la luminosa carriera musicale, era contenuto il messaggio per l’umanità “Ecco a voi la bambina del destino, la stella più luminosa di tutte “. Non si esagera mai con le lodi, quando si parla di Beyoncé Knowles, perché nel corso degli anni ha sempre dimostrato di saper fare ogni volta meglio, di puntare sulla qualità superando con grande dignità artistica ogni pregiudizio sul fatto di essere considerata l’ennesima starlette seminuda della musica pop ( ogni riferimento a Rihanna è puramente casuale).

20150204-Beyonce-vegan-consegna-domicilio-dieta (1)Ma Queen B è molto più di una gran voce e ogni sua esibizione è la dimostrazione di quanto lavoro ci sia dietro il suo personaggio perché in realtà, nonostante tutto, non si nasce “destiny’s child”, lo si diventa con l’impegno, la dedizione e con il rispetto profondo per il proprio talento.  Nel suo ultimo album Lemonade, Beyoncè conferma e sottoscrive la sua maturità artistica e mostra al mondo come non mai la sua poderosa femminilità. Il visual album ( Lemonade) che precede l’uscita del disco è un documentario di sessanta minuti scarsi ( disponibile in streaming su Tidal) che la cantante definisce «un progetto concettuale sul viaggio di auto-conoscenza e guarigione che ogni donna intraprende».

Si tratta di una successione di undici video musicali diretti da grandi registi e suddivisi in capitoli, stati d’animo e momenti cruciali nella vita di una donna che scopre il tradimento da parte del proprio uomo, quello che alla fine le ha “messo l’anello al dito” ( “If you like it, than you should have put a ring on it” cantava nel pezzo Single Ladies) e dal quale ha avuto la piccola Blue Ivy. Intuizione, negazione, rabbia, apatia, vuoto, responsabilità, correzione, perdono, resurrezione, speranza e redenzione, undici tappe attraverso le quali giungere alla consapevolezza che le donne sono esseri meravigliosamente forti, capaci di perdonare e di rinascere dalle loro ceneri più splendenti di prima.

Nel suo appassionato percorso si sofferma sulla situazione delle donne nere negli Stati Uniti, sulle battaglie che per anni hanno dovuto sostenere e che ancora sostengono con dignità contro la discriminazione razziale: molto significativo a questo proposito, risulta un estratto del discorso di Malcolm X nel quale sostiene che la donna nera è la più discriminata in America. La donna nera in quanto femmina e in quanto madre, come quelle di Trayvon Martin, Michael Brown e Eric Garner, tre dei tanti ragazzi afroamericani uccisi negli ultimi anni dalla polizia americana, che compaiono nel video tenendo tra le mani la foto del loro figlio scomparso. Struggente, appassionata, felina e spietata, Beyoncè attraversa il mare delle contraddizioni femminili letteralmente immersa nell’acqua, là dove ogni lamento è soffocato, la vista offuscata e il respiro azzerato: ma ecco che improvvisamente tutto diventa più chiaro, arriva la consapevolezza di sè, della propria forza interiore che spalanca tutte quelle porte che prima erano chiuse, rompe gli argini che troppo spesso le donne si auto-costruiscono attorno e lascia che l’acqua scorra via violenta, mentre celebra la sua rinascita.

Ad un certo punto, Queen B spiega l’origine del titolo Lemonade e ci mostra un filmato amatoriale girato durante il compleanno della nonna, la quale sale sul palco del locale e, ringraziando tutti per la festa, aggiunge ironica: “Nella mia vita ho avuto tanti limoni, ma io ne ho fatto una limonata!”. Della serie: bisogna essere in grado di trasformare tutto ciò che nella vita appare aspro e difficile, in qualcosa di piacevole. Potente e profondo Lemonade è sicuramente l’album artisticamente più significativo di Beyoncè, un lavoro molto ispirato che non può che confermare ciò che papà Knowles aveva predetto anni fa: “Ecco a voi la bambina del destino”, che ora è diventata una straordinaria donna. Una regina.

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