Telecom Italia ha formalizzato l’offerta per il 100% di Metroweb, la società milanese della fibra controllata dai fondi F2i e Fsi, di cui è azionista Cassa depositi e prestiti. L’ex monopolista delle tlc, alla cui guida si è insediato a marzo Flavio Cattaneo, mette sul piatto 820 milioni cash. E’ invece sfumata, secondo l’Ansa perché non è stata trovata un’intesa sul valore, l’ipotesi di cui si era parlato nelle scorse settimane: uno scambio azionario con Sparkle, la società cui fanno capo i cavi sottomarini in fibra ottica.

Stando alle indiscrezioni il passaggio di una quota di minoranza di Sparkle alla Cassa che gestisce il risparmio postale era caldeggiato dal governo Renzi, che considera la società strategica –  sulle sue reti passa il traffico Internet – e non vorrebbe lasciarla nelle mani dei francesi della Vivendi di Vincent Bolloré (socio in affari di Silvio Berlusconi), che controlla Telecom.

Gli azionisti della società nata per implementare le reti in fibra hanno la possibilità di cedere subito il 100% oppure una quota del 67% di Metroweb e successivamente il resto. Nel pomeriggio i piccoli azionisti riuniti nell’associazione Asati avevano diffuso, in vista del cda del prossimo 13 maggio, una nota di raccomandazioni in cui si legge che l’acquisizione di Metroweb è “giustificata” se portata a termine “ad un prezzoragionevole‘ (intorno ai 500 milioni, massimo 600)”. La cifra offerta è ben più alta. Del resto la società che ha cablato Milano con la più estesa rete metropolitana in fibra ottica d’Europa fa gola anche a Enel, che con la sua Open Fiber intende di fatto applicare il “modello Metroweb” su scala nazionale. Il gruppo dell’energia elettrica presenterà a breve la sua controfferta.

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