Francesco Starace, da due anni amministratore delegato Enel, si racconta agli studenti dell’Università LUISS di Roma (Ateneo in stretto rapporto con Confindustria).”Come si fa a cambiare un’organizzazione come Enel?” domanda uno dei ragazzi dalla platea. E lui non si fa pregare: “Innanzitutto ci vuole un gruppo di persone convinte su quest’aspetto. Basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare. E bisogna distruggere, distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando a essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno del ganglo dell’organizzazione che si vuole distruggere”. La strategia del big manager, da gennaio anche co-presidente della comunità Energy Utilities e Energy Technologies del World Economic Forum e “appassionato di poesia”, non finisce qui: “Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e questa cosa va fatta nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta velocemente, con decisione, senza requie – sostiene Starace con fare calmo -. Dopo pochi mesi l’organizzazione capisce, perché alla gente non piace soffrire. È facile (sorride)”. Applausi dalla platea dei manager del domani. “La paura? – continua Starace – Non la paura: come dire, se il cambiamento siamo convinti, è giusto, e tutto sommato il capo sono io, quindi si fa. E dopodiché la cosa succede” (video tratto da Youtube)

Articolo Precedente

Politica industriale, tiriamo un poco le fila del nostro progetto…

next
Articolo Successivo

Economia globale, il futuro è creativo

next