E’ un’Europa fragile, divisa da muri e dal ritorno dei nazionalismi quella che emerge dal quadro offerto dai grandi leader dell’Ue in visita ai musei capitolini di Roma, accompagnati dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. C’è Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, Claude Juncker, presidente della Commissione europea e Donald Tusk il polacco alla guida del consiglio europeo. “Se copiamo i populisti tra la copia e l’originale vince l’originale, non si battono i demagoghi sul loro terreno, la strada di buonsenso è quella tracciata dalla Commissione Europea, ripristinare Schengen, un diritto d’asilo comunitario e guardare all’Africa, la nostra sfida per i prossimi vent’anni, non possiamo pensare soltanto alla Turchia, noi abbiamo offerto un aiuto, una proposta organica, il migration compact, non siamo innamorati né dell’una o dell’altra forma di finanziamento” afferma il presidente nel suo discorso di benvenuto. “Il muro del Brennero è contro la storia, ma anche contro il nostro futuro, l’Europa è nata abbattendo muri, è un patrimonio di valori come ci ha ricordato il presidente Obama” aggiunge. Ormai nell’Europa prevale più l’interesse nazionale che quello comunitario, i paesi sono sempre più egoisti ed europei part-time, a convenienza, pronti a prendere e vaghi nel dare, ormai succubi dei sondaggi elettorali secondo l’opinione di Martin Schulz e Claude Juncker. Secondo Tusk però stabilire controlli efficaci e certi alla frontiera europea è il primo obiettivo da perseguire: “Non dobbiamo creare una fortezza, ma ridare sicurezza e stabilità ai cittadini per salvare la solidarietà, il diritto d’asilo e le libertà europee come le abbiamo conosciute fino ad oggi”. “L’Europa era una promessa, più benessere, più sicurezza, più lavoro, oggi è più tasse, meno servizi, più sacrifici per cosa? Per salvare le banche? E’ il senso di ingiustizia che fomenta i populismi, lottare contro il populismo significa garantire giustizia morale” chiosa Schulz

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