È il torneo più glamour del circuito, con le notti romane di Ballroom e le giornate all’ombra dei marmi del Pietrangeli. Ma è anche il più popolare: chiunque sappia tenere una racchetta in mano può ambire al Foro Italico, perché le pre-qualificazioni sono aperte a tutti i tesserati Fit. Arrivarci, certo, è un’altra storia, e alla fine i qualificati al tabellone sono più o meno i soliti noti. Ma gli Internazionali di Roma 2016 si confermano come il torneo di tennis con più partecipanti al mondo: oltre 9mila provenienti da tutta Italia, per il sogno di giocare magari contro Novak Djokovic, Roger Federer o Serena Williams. E qualcuno ce l’ha anche fatta: Claudia Giovine, 25enne originaria di Brindisi, “cugina d’arte” (è imparentata con Flavia Pennetta) ma numero 408 del mondo, è riuscita a entrare nel main-draw partendo dal Circolo lavoratori di Terni.

Ormai da cinque anni, infatti, la Federazione ha creato una rete di tornei in giro per l’Italia che mette in palio dei posti per gli Internazionali: proprio in questi giorni si è giocato a Roma un mini-torneo, i cui vincitori accedono direttamente al main-draw, e i migliori perdenti vengono ripescati per le qualificazioni che si disputano nel weekend, prima del debutto dei big. Bastava essere tesserati Fit per iscriversi, senza bisogno neppure di essere classificati. E così dal 30 gennaio scorso tennisti di ogni genere e categoria si sono sfidati nei circoli tennis del Paese per l’occasione della vita. Un sistema rodato che rispetto agli esordi nel 2011 ha fatto enormi passi avanti. Quest’anno gli iscritti sono stati 9.019: nel 2015 erano meno di 6mila, nel 2014 3.200. Numeri in continua crescita che fissano già l’obiettivo a quota 10mila per il 2017, e non hanno paragoni nel mondo: negli Stati Uniti, dove esiste un sistema simile per gli Us Open, si sono fermati a 1.600 partecipanti.

In più da quest’anno la Federazione ha previsto anche un piccolo montepremi per i vari tornei sul territorio, in modo da premiare anche chi non è riuscito ad arrivare fino in fondo. La prima partita di questo lungo percorso è andata in scena lo scorso 30 gennaio al Country club di Firenze, l’ultima la settimana scorsa con gli ultimi due tornei nel Lazio. Ce l’hanno fatta in 66, 32 uomini e 34 donne: tra questi, 20 non che non erano neanche posizionati nel ranking Atp o Wta. Poi hanno perso tutti o quasi: una volta arrivati nella Capitale hanno dovuto fare i conti con la dura realtà. O meglio con i 12 tennisti invitati dalla Federazione, giocatori veri per cui gli Internazionali non sono solo un’illusione ma una finestra sul grande tennis, di cui un giorno vorrebbero far parte.

Tra gli uomini le wild-card per il tabellone principale sono andate tutti a giocatori in quota federale: Marco Cecchinato, Salvatore Caruso e Lorenzo Sonego (quest’ultimi due sono comunque delle assolute novità nel panorama azzurro). Ma c’è anche qualche storia a lieto fine, non solo quella di Claudia Giovine, cugina di Flavia Pennetta: Omar Giacalone, 24enne siciliano di Mazara del Vallo, ha perso in semifinale e si giocherà le ultime chance nel torneo di qualificazione del weekend. Non proprio un carneade (è il n. 377 Atp), ma comunque un ragazzo partito da lontano, abituato a giocare sui campi di periferia dei Futures o dei Challenger. Come anche Martina Di Giuseppe, classe 1991 e n. 486 Wta. Per tutti gli altri la corsa è finita a due passi dal tempio del tennis italiano: i miracoli nello sport si avverano, ma fino a un certo punto. Hanno però almeno potuto assaporare l’odore della terra rossa degli Internazionali. E magari ci torneranno in futuro da protagonisti: sognare al Foro Italico non costa nulla.

Twitter: @lVendemiale

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