“Se il Gruppo di Esperti Internazionale (GIEI) andrà via dal paese, non ci saranno più le condizioni per sapere dove sono finiti i nostri compagni rapiti ad Ayotzinapa“. E’ questo l’allarme lanciato da Omar Garcia Velazquez, uno dei sopravvissuti alla notte del 26 settembre 2014 ad Ayotzinapa, in Messico, dove 43 studenti furono rapiti. “Ad oggi non sappiamo ancora che fine hanno fatto: ci hanno detto che erano stati bruciati in una fossa comune, ma si trattava di una bugia del governo” racconta lo lo studente che quella notte riuscì a salvarsi. Dal marzo 2015, una Commissione Internazionale voluta dalla Commissione Interamericana per i Diritti dell’uomo ha sconfessato la versione ufficiale del governo secondo cui gli studenti sarebbero stati rapiti da gruppi criminali. Nella relazione presentata in questi giorni, la Commissione evidenzia la presenza delle polizie municipali sul luogo del rapimento. Il lavoro di indagine della Commissione non potrà però continuare: il suo mandato è scaduto il 30 aprile e il governo messicano ha già fatto sapere che non lo rinnoverà

Articolo Precedente

Parma, Pizzarotti è il primo sindaco antiproibizionista d’Italia: firma la legge per la legalizzazione della cannabis

next
Articolo Successivo

Rom, la doppia profanazione del 25 aprile e le anime perse della Lega

next