Discoteche e accoglienza. A prima vista possono sembrare mondi distanti: uno dedicato al divertimento notturno, l’altro all’aiuto di chi è in difficoltà e non ha niente. E invece a Berlino, in Germania, 80 club hanno deciso di fare incontrare questi due universi, e di dare una mano alle realtà che assistono i migranti, chiedendo a tutti gli ospiti invitati a eventi, concerti o feste, che entrano gratuitamente, di donare un euro. Una cifra minima, ininfluente per tasche, ma che se moltiplicata per migliaia di persone può diventare un sostegno importante.

La campagna si chiama Plus1, un nome che già dice tutto. E’ partita lo scorso ottobre e fino a oggi ha permesso di raccogliere 50mila euro. Il meccanismo è semplice. All’entrata dei locali che hanno aderito all’iniziativa vengono piazzati dei contenitori di latta bianchi, con la scritta “Plus1 refugees welcome”. Una volta iniziata la serata, le persone inserite nelle liste cosiddette “vip” esentate dal pagamento del biglietto, soprattutto artisti, giornalisti, gruppi e membri dei vari staff, vengono invitate a dare almeno un euro, da destinare poi a chi lavora per l’accoglienza dei profughi. Con il tempo i club che hanno detto sì sono aumentati. Anche grazie al tam tam sui social network, ma soprattutto alle band e ai musicisti, come i Massive Attack, che hanno prestato la loro immagine per promuovere l’iniziativa.

Un modo alternativo per contribuire concretamente all’accoglienza di chi fugge dalle guerre e dalla povertà, ma anche per prendere le distanze dalle politiche dei respingimenti e chiusura dei confini adottate da vari paesi del nord Europa. Lo spiegano gli stessi organizzatori della campagna. “La campagna Plus1 offre l’opportunità ai vari soggetti della scena culturale e musicale di Berlino di prendere una posizione collettiva in merito all’accoglienza dei profughi nella nostra città, oltre a offrire un supporto materiale”. I soldi, assicurano, “saranno raccolti e distribuiti in parti uguali a tre iniziative che, in maniera diversa, stanno aiutando i profughi”.

Le tre realtà sono tutte tedesche. Si tratta di Sea-Watch, il progetto di alcune famiglie, che nel 2014 hanno deciso di rimettere a nuovo un vecchio peschereccio, per aiutare i migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo e prestare soccorso in mare. C’è poi “Moabit Hilft!”, gruppo nato nel 2013 per dare una prima assistenza ai rifugiati appena arrivati a Berlino nel centro di emergenza Alt-Moabit e in quello di Levetzowstraße. Ma anche per fare campagne informative e combattere i pregiudizi che ruotano intorno all’immigrazione. La terza si chiama Der Flüchtlingsrat Berlin, esiste dal 1981, promuove il diritto d’asilo e lavora per la tutela della dignità umana dei migranti e il rispetto dei loro diritti.

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