I colloqui a Roma per fare luce sul caso di Giulio Regeni si erano conclusi con un nulla di fatto. Anzi, peggio: erano falliti. Tanto che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva richiamato l’ambasciatore italiano al Cairo. Ma ora, ha annunciato il titolare della Farnesina, “la Procura di Roma ha inviato una nuova rogatoria e so che ci sono in corso dei contatti di nuovo tra le procure”.

E pur ricordando che “nel frattempo noi manteniamo una posizione di insoddisfazione” nell’intervista a Voci del Mattino su Radio Rai ha aggiunto: “Mi auguro che l’attività del procuratore Pignatone della Procura di Roma possa riannodare, riavviare qualche contatto utile, ma nel frattempo noi manteniamo una posizione di insoddisfazione”. E “il ritorno alla normalità delle relazioni (con l’Egitto) – ha ricordato il ministro – dipende da una collaborazione seria”.

Nonostante il richiamo dell’ambasciatore, che “in diplomazia è un gesto molto forte”, finora “la nostra pressione, la nostra ricerca di verità non ha avuto risposte soddisfacenti”, ha proseguito Gentiloni, che però ha assicurato che non diminuirà l’attenzione sul caso. E, al di là del richiamo del rappresentate dell’Italia al Cairo, “continuiamo ad esercitare in tante forme anche una pressione diplomatica perché si arrivi alla verità. Sappiamo che non sarà facile”.

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