Cinema

La sposa bambina, storia di Nujood 10 anni e divorziata. La regista: “Anche io ho vissuto questa devastante esperienza”

Nel mondo ci sono più di 700 milioni di donne che si sono sposate prima dei 18 anni. Ma ci sono casi in cui a indossare un velo sono ragazzine o addirittura bambine di appena 10 anni. Come quella di cui racconta Khadija Al Salami nel film in uscita il 12 maggio e di cui il Fatto.it vi mostra una clip in esclusiva

di F. Q.

Nel mondo ci sono più di 700 milioni di donne che si sono sposate prima dei 18 anni. Ma ci sono casi in cui a indossare un velo sono ragazzine o addirittura bambine di appena 10 anni. Come quella di cui racconta Khadija Al Salami regista de La sposa bambina in uscita il 12 maggio e di cui il Fatto.it vi mostra una clip in esclusiva.

“Ho vissuto anch’io questa esperienza, devastante sul piano fisico e psicologico. Ho detestato la mia famiglia e avrei voluto uccidere quell’uomo” racconta Al Salami. Tratta dal libro I am Nujood, age 10 and divorced di Nojoud Ali e della giornalista Delphine Minoui la pellicola racconta di Nojoom, una bambina yemenita che riesce a fuggire dal suo sposo aguzzino di 20 anni più vecchio, ottenendo il divorzio all’età di 10 anni. Una pratica diffusa nello Yemen e in molti altri Paesi del mondo. Nella sola Nigeria per esempio secondo i dati Unicef le spose bambine sono 23 milioni.

“Secondo dati Unicef – aveva spiegato la regista in un incontro con i giornalisti – il 52% delle spose nel mio Paese ha meno di diciotto anni, il 14% meno di 14. Nessuna legge vieta questa pratica. Bisogna aggiungere un altro numero impressionante: le Nazioni Unite parlano di 70.000 vittime ogni anno di lesioni ed emorragie interne. Bambine di 8-10 anni non hanno un corpo pronto per i rapporti sessuali. È uno stupro combinato, più che un matrimonio combinato”.  “Mia nonna, che mi voleva bene, diceva che la donna nasce o per essere sposata o per essere seppellita. Dietro a usanze così incivili – osserva – ci sono ignoranza, interpretazione sbagliata delle pratiche religiose, povertà e mancanza di leggi. Oggi purtroppo c’è la guerra e le priorità sono altre a partire dalla fame”.

La pellicola diventa “così un appello verso tutte quelle bambine obbligate a diventare donne adulte troppo presto e al loro diritto a vivere la loro vita liberamente e a tutti quei paesi in cui i matrimoni precoci sono tuttora consentiti e celebrati, affinché – si legge nella sinossi del film – sia messa la parola fine a questa pratica primitiva e ripugnante. Una incisiva rivendicazione cinematografica, una condanna contro la pratica delle spose bambine e allo stesso tempo un invito alla speranza e al rinnovamento dello Yemen”.

La clip in esclusiva per il Fatto.it

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