L’evoluzione umana deve molto al pollice, al pollice opponibile che ci ha permesso di stringere gli oggetti e di lavorarli , di fabbricare utensili, di diventare Homo Faber. Si potrebbe dire che l’evoluzione umana ruoti attorno a un dito, il pollice appunto. Quello che mi ha sempre affascinato nella figura dell’autostoppista è la mutazione di senso del pollice che attuano, non più un pollice che si oppone ma un pollice che si propone. Un pollice che si propone alla gentilezza degli automobilisti. Un pollice libero, scansafatiche, un pollice vagabondo che si apre all’avventura. E da questo piccolo gesto che comporta una fiducia senza riserve nel cuore umano nascono incontri, amori, conoscenze, e forse anche pericoli.

Ma la vita senza pericolo non è vita. Il pollice stesso diventa un mezzo di trasporto, più magico di un tappeto volante, e ci porta per le strade del mondo, forse fino al polo nord o al polo sud , dove in linea teorica non è impossibile trovare delle slitte compiacenti. Quindi il pollice è ambivalente, è lavoro, costruzione e anche costrizione, antagonismo, rivalità, lotta, ma è anche libertà, favola, incontro. In questo piccolo video-ritratto Stefano, un giovane autostoppista, incarna alla perfezione il senso dell’autostoppismo. Ed è per questo che vi invito a fermarvi, a farlo salire, e a conoscerlo come ho avuto il piacere di conoscerlo io. Ciao.

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