Terzo appuntamento del mondiale di Formula 1 che si conclude con un altro ampio successo della Mercedes. Rosberg indisturbato raccoglie la terza vittoria consecutiva della stagione e Vettel invece costretto ad una rimonta per rimediare ad un week-end, da parte sua, non impeccabile.

F1, Gran Premio di Cina 2016, la gara a Shanghai

Già venerdì la Ferrari aveva illuso che fosse arrivata la volta buona per mettere in difficoltà le Mercedes, con gli incoraggianti tempi ottenuti nelle seconde prove libere (le PL3 causa pioggia non fanno testo). Poi però sono arrivate le qualifiche che hanno subito riportato i ferraristi con i piedi per terra ed avvisato di un rischio sempre minaccioso: l’arrivo della Red Bull. Sì, certo, i tempi registrati dalle rosse erano macchiati da errori dei piloti e Raikkonen poteva addirittura insidiare la pole di Rosberg se non avesse commesso un “lungo” nelle ultime curve. Segnale indubbiamente incoraggiante, anche se, va detto che probabilmente la vettura di Rosberg era assettata per favorire, forse, una migliore gestione delle gomme in gara, non a caso il tedesco aveva scelto di partire (scelta atipica) con le soft e non con le supersoft. D’altronde i due piloti del Cavallino possono solo fare il mea culpa e magari, nel caso di Vettel non rischiare tutto in un unico tentativo per salvare un treno di gomme ma pensare ad ottenere la migliore posizione sullo schieramento. Strategie sempre tirate e molto avventuristiche.

Di errori dobbiamo parlare anche in gara. Se il povero Raikkonen è senza colpa, va detto che Vettel ha sbagliato due volte. La prima in pista e la seconda fuori quando ha tentato di rimproverare Kvyat, quasi incredulo e sorpreso delle rimostranze del 4 volte iridato.

La gara, invece, ci ha raccontato di un Rosberg nuovamente a passeggio per 52 giri capace di girare anche 1” più veloce di Vettel a parità di gomma. Sappiamo che Vettel aveva però un’ala anteriore danneggiata dal contatto di Bottas e non è facile quantificare quanto questo danno possa aver penalizzato cronometricamente il tedesco. Certo è che in Ferrari hanno preferito non perdere tempo nel sostituire l’ala (operazione che si può svolgere con qualche secondo in più di sosta) e continuare a far girare il tedesco con degli elementi mancanti sul flap sinistro. Dimostrazione che il danno, secondo i tecnici in rosso, non penalizzasse in modo pesante la SF16-H di Vettel. Il tutto per non perdere la posizione su Kvyat? Possibile anche se con un’aerodinamica perfetta la Red Bull non sarebbe dovuta essere un problema… o forse sì.

Manzoni scriveva: “…se ne sarebbe potuto saper di più, se, invece di cercar lontano, si fosse scavato vicino…” magari in Ferrari bisognerà non tanto guardare alle Mercedes (lontano) ma alle Red Bull (vicino) visto che si avvicinano sempre più. Da notare come Kvyat con mescole più dure girasse su tempi non lontani da quelli di Vettel. Si, ma Vettel aveva l’ala danneggiata, lo so… ma credo sia evidente a tutti che in questo momento la Mercedes giri con “una mescola di vantaggio” e la Red Bull, che non ha certamente un motore all’altezza delle prime della classe, riesca ad impensierire chi dovrebbe avere ambizioni più grandi.

Se poi dopo tre gare ancora vogliamo credere che la Ferrari sia solo sfortunata…

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