Auguri, sono sessant’anni. “È il primo a ricordarselo”.

Non li festeggia?
È lunedì, un po’ sfortunata come giornata.

E poi è il giorno post-Trivelle…
Ho votato. Eccome.
(Roberto Calderoli, Bergamo 18 aprile 1956, fisico asciutto, jeans di moda, cravatta verde-ordinanza, mattiniero, troppo mattiniero “Ci vediamo alle otto e mezzo?”, è oramai un veterano del Parlamento, protagonista con la Lega, partito che in questi giorni compie quarant’anni di storia politica, proprio mentre lui entra nei sessanta)

È considerato uno dei migliori a presiedere il Senato.
Oramai sono un esperto di materie parlamentari.

Studia?
Per forza, sono laureato in medicina. Così sono partito dal diritto Parlamentare, poi la materia costituzionale. Insomma, questioni serie e complesse, a differenza di quello che pensa Renzi che vuole riformare e neanche coinvolge le opposizioni.

Cos’è oggi il centrodestra?
Non si può più chiamare così: destra e sinistra sono superate, non esistono più.

Ne è certo?
Se dovessimo utilizzare le vecchie categorie, l’attuale governo è uno degli esecutivi più di destra della storia.

Invidia?
Su certe cose sì, in particolare per il decisionismo. Ma non bisogna solo dettare legge, è necessario anche il giusto indirizzo, non sbagliare.

Ve bene, poca invidia, molta malinconia.
Se Berlusconi avesse avuto il carattere e gli anni di Renzi, e se non ci fossero stati tutti quei frenatori…

Renzi non ha opposizione.
Il patto del Nazareno ha segnato tutto. A differenza di quello che dice la Boschi, i poteri forti sostengono questo governo.

Quali sono i poteri forti?
Confindustria lo appoggia, gli editori delle maggiori testate giornalistiche di carta, pure, poi i Tg Rai, Mediaset non ne parliamo, lo tratta quasi da amministratore delegato.

Da veterano della politica, in questi anni a cosa ha rinunciato?
Alla vita privata, quasi inesistente, o relegata ai margini. Mia moglie è in politica, certe volte ci incontriamo solo perché allo stesso comizio.

Corre, corre, e il tempo passa senza discontinuità.
Eccome. Però le sfide sono sempre diverse. Ma ora con Renzi è quasi tutto inutile: siamo solo tredici senatori.

La Boschi è come appare?
In che senso?

Lasci perdere il fisico…
Ho fatto bene a chiederlo… Comunque non la temo, all’inizio mi ha anche subito, ma lei studia, ha gli attributi.

Va bene, le piace.
Manca di una dote: la sincerità. Non è diretta. Ed è stato chiaro quando ha risposto in Aula per la mozione legata al padre.

Una volta l’ha definita “una maestrina”.
Ci è rimasta male, però ripete a memoria le slide di Renzi, senza andare al cuore del problema.

Lei ha mantenuto i suoi ideali da ragazzo?
Si sono scontrati con la realtà. Quando uno pensa che nel ruolo di ministro può finalmente decidere…

E invece…
Trovi tutta una serie di ostacoli che bloccano o rallentano, una serie di veti sui quali sei obbligato a scontrarti.

Esempi?
I burocrati, i magistrati, il Tar, i vari ministeri: persone che finita una legislatura si spostano da un dicastero a un altro, ma sono sempre gli stessi a dispetto del colore politico.

Ne ha mai picchiato uno?
Non rispondo. Una persecuzione. Quanta pazienza..

In questi anni è stato protagonista di molte trovate politiche, molte delle quali hanno generato gravi conseguenze. Frutto della sua immaginazione o condivise con la Lega?
Puro istinto.

Alcune non le rifarebbe?
Non è stato capito il significato.

C’è stata la maglietta mostrata al Tg1 con le vignette su Maometto?
Volevo trasmettere l’idea di tutte le religioni monoteiste, unite in maniera pacifica.

Ha casa a Roma?
Non è la mia realtà. È una questione di mentalità, ma non sono nordico in assoluto, mica mi piace tutto il Nord. Non mi trovo bene a Torino.

Amici di questi anni?
Violante: grande presidente del Senato. Severissimo.

Chi detesta?
Tantissimi. Quando chiamo per le fiducie, e il senatore accanto a me nomina il parlamentare per il sì o il no, spesso domando “chi è questo?”. Gente inutile.

Il caso Guidi l’ha stupita?
In particolare i toni tra i due: lei come può accettarlo?

Lobbysti al potere.
Qualche volta sono intervenuto per allontanare delle persone che stazionavano fuori dalle commissioni.

Molti suoi colleghi sono sedotti dai lobbysti.
Basta leggere gli emendamenti, magari lunghi dieci righe: spesso sono identici, ma firmati da persone diverse. Tutto è amplificato durante il periodo di legge di stabilità.

Cosa accade?
Il mercato delle vacche fuori dalla commissione Bilancio.

Le hanno mai offerto regali?
Tanto tempo fa, quando ero presidente della commissione Sanità, e la Sanità non era in mano alle Regioni.

L’M5s è un gruppo giovane, come giovane eravate voi vent’anni fa. Un consiglio?
Studiare. Perché la maggior parte delle cose ti possono passare sotto il naso.

Come sta in salute?
Sto bene, facciamo le corna.

Il tumore, esperienza durissima.
Sembrava un ascesso (è chirurgo maxillo-facciale) e invece… Quindi un intervento, poi un altro, un altro ancora.

Insegna a rallentare…
Invece il lavoro mi ha aiutato.

La politica è una droga.
Sì, sì. Assolutamente. Nella campagna elettorale del 2013 ho partecipato ad alcuni comizi con dentro i tubi dell’operazione.

I migliori anni, sono “ieri”?
Penso a tutti quei leccaculo che sono passati da una parte all’altra, a tutti quei cantori di Berlusconi ora renziani.

Lei li ha visti tutti.
Tutti! E all’inizio i renziani veri erano pochissimi e riconoscibili. E sa una cosa? Non ho mai visto le regole del gioco calpestate come in questo ultimo biennio.

E chi parla è il padre del Porcellum.

Da Il Fatto Quotidiano del 18 aprile 2016

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