“Non so bene dove vivo, non ho più casa da cinque anni. O forse ne ho avuta una ogni due mesi, dipende dalla prospettiva”. Dentro i suoi comodi vestiti da yoga, Alessandro Giovinazzo, 34enne di Acqui Terme, ricorda i suoi ultimi anni. Da due anni è un “travelling yoga teacher”, espressione inglese per inquadrare i maestri di yoga che viaggiano di corso in corso in giro per il mondo. “Ho insegnato in quattro continenti e ora vivo facendo il maestro di questa disciplina. Ma, se non avessi lasciato l’Italia, non avrei mai neppure scoperto cosa fosse lo yoga”. Infatti, anche se è da cinque anni che ha detto addio a Cuneo, la città dove è cresciuto, Alessandro ha scoperto lo yoga solo tre anni e mezzo fa, e da due come insegnante, entrando a far parte della scuola internazionale di Evolation Yoga. “Quando ho lasciato l’Italia non avevo mai provato lo yoga e neppure mi interessava. Ora insegno fino a 15 classi la settimana, lezioni in cui cerco di trasmettere quello che questa disciplina ha dato a me: forza di volontà, pazienza e fede nella trasformazione”.

La strada che ha portato Alessandro a diventare maestro della disciplina orientale non è stata dritta e prevedibile. Dopo una laurea specialistica in Culture moderne e comparate – conclusa con 110 e lode – tra i lavori in cui si divideva la settimana del 34enne c’erano stage “non pagati” come copywriter, supplenze “di pochissime ore” nelle scuole medie di Torino e interminabili turni nei call center “di basso livello in zone losche della città”. “Ho mandato quasi 600 curriculum in otto mesi ma non ho ricevuto nessuna offerta. Così l’attrazione per l’estero ha iniziato ad aumentare sempre di più”. La prima scelta cade sulla carriera universitaria: forte delle sue due tesi in Lingua e Letteratura americana, Alessandro pensa di fare domanda per un dottorato negli Stati Uniti. “Ma, prima di tentare, ho deciso di andare a Londra a rinfrescare l’inglese”.

“Quando nel 2012 mi sono fatto male al collo, la mia ragazza di allora mi aveva consigliato di fare yoga per migliorare le mie condizioni. Così l’ho scoperto, e da allora non l’ho più lasciato”

 

Era il 2011 e quel che doveva essere un breve soggiorno nella capitale inglese si trasforma nell’inizio di un percorso che gli farà rivalutare tutte le sue scelte di vita. “Allora non sapevo dove mi avrebbe portato quel viaggio. Cercavo di pensare di tre mesi in tre mesi. Ricordo il mio ultimo lavoro londinese, dove tra affitto e abbonamento della metropolitana, delle 900 sterline dello stipendio me ne restavano 250”. Non si vergogna se ricorda quando raccoglieva gli scarti dei mercati per la strada. “Ora posso permettermi un aperitivo e una pizza ogni tanto – dice – e così mi sento ricco”.

Occupa cinque righe di una email l’elenco dei lavori che Alessandro ha fatto una volta lasciata l’Italia, dai più classici come cameriere, commesso e social media manager ai più qualificati come traduttore e insegnante di italiano per stranieri, passando per l’insegnante di danza, il massaggiatore e lo chef. Ultimo, in elenco, l’insegnante di yoga. “Quando nel 2012 mi sono fatto male al collo, la mia ragazza di allora mi aveva consigliato di fare yoga per migliorare le mie condizioni. Così l’ho scoperto, e da allora non l’ho più lasciato”. Un percorso che lo ha portato, negli ultimi due anni, a lavorare in corsi di yoga sparsi per il mondo, tappe di un unico lungo viaggio che è passato, tra gli altri, per Madrid, Miami, New York, l’indonesiana Bali e lo stato centro-americano del Belize. Un lungo vagabondare (“dove spesso ho mangiato pane e insalata per starci dentro con i soldi”) che ha avuto come ultima tappa Porto Viro, in Veneto. “In California a un training di yoga ho conosciuto Claudia che mi ha invitato al suo centro di yoga e benessere vicino Rovigo”. Ed ecco, dopo anni di viaggio, Alessandro fare ritorno in Italia per visitare questo centro, che da alcuni mesi sta aiutando a sviluppare.

“Spero che sempre più italiani vadano all’estero per poi tornare in Italia. Solo così il nostro Paese potrà svecchiarsi”

“Anche adesso mi sento in viaggio, solo la pizza è più buona che all’estero. Qui in Veneto non conosco nessuno, e ho dovuto ricominciare da zero”. Perché al centro di yoga e benessere di Porto Viro, Alessandro ha deciso di fermarsi per un po’. “Ho bisogno di crearmi una base per poi essere pronto a ripartire. Trasformare il “vagabondare” degli ultimi anni in un più consapevole “girare” per insegnare in workshop e seminari di yoga. Viaggiare, farà comunque sempre parte della mia vita, ma voglio darmi il tempo di costruire il prossimo itinerario”.

In realtà, pensando al suo futuro, Alessandro sembra non sapere indicare se si troverà in Italia o all’estero. “Spero che sempre più italiani vadano all’estero per poi tornare in Italia. Solo così il nostro Paese potrà svecchiarsi, perché chi torna da un’esperienza all’estero certamente ha uno sguardo diverso”. E così, partito cinque anni fa con in mano una laurea umanistica e in testa l’idea di fare un dottorato negli Stati Uniti, da qualche mese Alessandro si ritrova in Italia come maestro di yoga pronto a ripartire per seguire i laboratori della sua scuola internazionale. “Se parti e ti metti in discussione, prima o poi incontrerai il lavoro adatto al vero te. Bisogna solo avere le palle per farlo, e non tutti credono di averle”.

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