Fatto a pezzi e messo in una vasca piena d’acido, in parte bollito e gettato nel Tamigi. Dopo una settimana di ricerche, il 7 aprile è stato trovato in queste condizioni, a South Bank, quartiere londinese nel cuore della City, il corpo di Gordon Semple, poliziotto di 59 anni, in servizio al momento della scomparsa. Scotland Yard ha arrestato con l’accusa di omicidio l’italiano Stefano Brizzi. Originario di Pistoia, 50 anni da compiere a giugno, Brizzi era a Londra da 6 anni, dove lavorava come assistente sociale. Quando è stato portato via, non ha opposto resistenza. Stando alla testimonianza di un vicino, James Game, 33 anni, Brizzi non era ammanettato, ma scortato da due poliziotti. “Oggi ci sarà la prima udienza di convalida dell’arresto” fa sapere a ilfattoquotidiano.it la Metropolitan Police, che sul suo sito vanterebbe “più di 500 investigatori specializzati in crimini d’odio contro le persone lgbt, divisi in 32 apposite unità”. Il presunto killer non uscirà dal carcere, ma è stato ascoltato dal giudice Sue Polydorou in collegamento video, come si usa in questi casi dal 2009 per snellire le pratiche. Stefano Brizzi è apparso calmo, nella divisa grigia del carcere, assistito dal suo avvocato. Ha detto di essere un cittadino italiano residente in Inghilterra. La prossima udienza è fissata il 13 aprile alla old Bailey, sede del Tribunale Penale Centrale di Londra, dove l’uomo sarà ascoltato di persona.

Il Peabody Estate di Southwark Street, dove Brizzi abitava, è un edificio in mattoni rossi costruito alla fine dell’Ottocento, a due passi dalla sede del Financial Times, dal Millenium Bridge e dal Globe, il teatro di Shakespeare affacciato sul Tamigi. Proprio nel fiume gli inquirenti hanno rinvenuto parti del corpo di Sample. E le ricerche non sono ancora finite. Non tutto il corpo è stato trovato, potrebbero esserci complici e restano ancora da chiarire la causa di morte, oltre che il movente e il motivo dell’incontro tra Brizzi e il poliziotto di origini scozzesi, che lascia un compagno e un fratello. “Le indagini sono molto delicate e non possiamo dire niente se non alla polizia” fanno sapere a ilfattoquotidiano.it dall’azienda immobiliare Peabody Estate. Stesso riserbo anche da Vapiano, il bar di cucina italiana, con scritto Pizza e Pasta sull’insegna, dove Brizzi potrebbe essere di casa. “Ci dispiace, dovete chiedere alla Metropolitan Police. Ci hanno proibito di parlare” fanno sapere.

“Non voglio speculare su ciò che è accaduto” ha detto Alison Newcomb, comandante della polizia. Le voci infatti dicono che Brizzi fosse molto attivo nelle chat di incontri per omosessuali e, con questa scusa, potrebbe aver attirato la vittima nel suo appartamento, da dove, nei giorni seguenti all’omicidio, si era sparso un terribile odore di putrefazione, lo stesso che ha spinto il fratello di un vicino a bussare alla porta di Brizzi e chiedere spiegazioni, il 7 aprile scorso, prima di avvertire Scotland Yard. Il pistoiese avrebbe aperto la porta in costume da mare e occhiali, dicendo che stava cucinando qualcosa per un amico. “Chiamo la polizia” lo ha minacciato l’altro. “Okay” avrebbe risposto Brizzi, chiudendo semplicemente la porta. La stessa fuori dalla quale aveva piazzato, nei giorni precedenti, candele profumate accese per dissimulare la puzza, secondo quanto riportato al Daily Mail da una vicina, Heather Brown, 55 anni. Il caso ricorda il modus operandi di Dennis Nilsen, il serial killer inglese, classe 1945. Omosessuale, faceva a pezzi le vittime e le bolliva. Anche nel caso di Brizzi, la polizia ha sequestrato le pentole della cucina, ma non ci sono al momento evidenze di cannibalismo.

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