Volevano colpire la Francia con nuovi attacchi e far annullare i campionati europei di calcio. Sarebbe stato questo il piano della cellula terroristica autrice dell’attacco compiuto il 22 marzo all’aeroporto di Zaventem, secondo quanto emerge da una registrazione ottenuta da Bfm Tv, un audio di 16 minuti e 8 secondi rinvenuto nel computer di uno dei kamikaze di Zaventem, Ibrahim El Bakraoui, una “discussione a ruota libera, di diversi minuti, col presunto mandante che parlava dalla Siria”. Nel dialogo venivano analizzati diversi luoghi e tempi per commettere l’attentato, così come il ruolo dei diversi attentatori.

L’audio confermerebbe la confessione dell’ “uomo col cappello”, Mohamed Abrini, che dopo l’arresto di venerdì scorso aveva detto che la cellula era entrata in azione in anticipo sui tempi temendo di essere neutralizzata dopo l’arresto di Salah Abdeslam, avvenuto il 18 marzo. Perché El Bakraoui insisteva di volersi focalizzare sulla Francia, lasciando al Belgio il ruolo di base arretrata, e puntava sull’effetto anche economico di un attacco a poche ore da Euro2016: “Per loro sarà una vera vergogna. Si tratta di una grossa perdita finanziaria e servirà loro da lezione”. Le sue dichiarazioni, si legge su Liberation, sono “sorprendentemente chiare” e “polizia e magistrati stanno cercando di verificare la loro autenticità”.

“Se le affermazioni di Abrini fossero vere – ha detto al giornale una fonte anonima di polizia – significa semplicemente che il Belgio è una base operativa dei terroristi che va sorvegliata ancora più intensamente. Non è uno scoop”. Intanto secondo il quotidiano Het Laatste Nieuws, nel fine settimana lo stesso Abrini con le sue confessioni avrebbe fornito ulteriori dettagli sul ruolo avuto da Salah Abdeslam, presunto organizzatore degli attentati di Parigi, negli attacchi di Bruxelles. I due si sarebbero anche nascosti assieme nell’appartamento di Forest dove la polizia ebbe uno scontro a fuoco con un terzo sospettato.

Intanto continua la caccia al terzo uomo raccolto da Salah a Ulm il 3 ottobre e resta alta la tensione per altri possibili attacchi in Europa. L’Interpol ha diffuso un avviso di ricerca per Hamra Hazaani, belga di 23 anni andato in Siria nel 2013 col fratello Yassin. I due sono cugini di Moussi Zemmouri, un ex prigioniero di Guantanamo. Hamza sarebbe rientrato in Europa. Interpol non specifica se la ricerca è per fatti collegati agli attentati di Bruxelles o Parigi.

E in Europa potrebbe essere già tornato anche Younes Abaaoud, il fratello minore di Abdelhamid Abaaoud, la ‘mentè della strage di Parigi che lo portò con sé in Siria due anni fa, quando Younes ne aveva appena 13. Secondo l’agenzia Belga, che cita “documenti Interpol” ripresi dai media, il quindicenne Younes avrebbe intenzione di vendicare il fratello ucciso dalle teste di cuoio francesi a Saint Denis cinque giorni dopo le stragi del 13 novembre. Il 18 febbraio scorso avrebbe inviato alla sorella un sms in cui annunciava che sarebbe arrivato entro 10 ore.

Gli allarmi rendono caotica la ripresa della vita quotidiana a Bruxelles: stamane lunghe code a causa dei controlli di sicurezza all’aeroporto hanno praticamente paralizzato il Ring, il raccordo anulare della capitale belga, con i viaggiatori che hanno raggiunto lo scalo facendo chilometri a piedi.

Le indagini proseguono e il Journal du Dimanche rivela che non solo il Belgio ma anche la Francia – 141 giorni prima dei massacri al Bataclan, allo Stade de France ed ai ristoranti di Parigi – si è fatta sfuggire importanti segnalazioni. Nicolas, un fighter francese pentito, a giugno 2015 aveva avvertito l’intelligence che Abdelhamid Abaaoud “si appresta a colpire l’Europa”.

Le confessioni ed il contenuto del pc saranno gli elementi principali – assieme alle prove raccolte nei covi di Schaarbeek e Etterbeek – nella prima udienza preliminare a carico di Abrini e dei suoi complici arrestati venerdì scorso. La procura federale belga ha annunciato che l’ex ladruncolo di Molenbeek noto col soprannome di “Brioche” giovedì prossimo comparirà assieme a Osama Krayem, Hervé B.M. e Bilal El Makhoukhi, davanti alla Camera di consiglio per la conferma della carcerazione preventiva. I quattro sono tutti accusati di “partecipazione a gruppo terroristico” e di “omicidio a scopo terroristico” per gli attentati di Bruxelles. Abrini, che era con Salah Abdeslam nel viaggio verso Parigi, è sotto accusa anche per gli attacchi del 13 novembre.

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