Come era il mondo prima degli emoticon? Non lo ricordo più. Probabilmente non era un mondo migliore o peggiore di questo. Una cosa la ricordo però : una lettera d’amore, e alla fine della lettera c’era un bacio dato con il rossetto. Conservo quella lettera come un reperto archeologico, come una reliquia di un tempo liquefatto e perduto per sempre. Ora viviamo nel tempo delle faccine. Non ci sono più volti, ci sono le faccine. Non ci sono più labbra che si posano su una carta da lettera, ci sono le faccine inviate con un sms. Celine scriveva che l’amore è l’infinito abbassato al livello dei barboncini, ora si potrebbe dire che ” l’amore è l’infinito abbassato al livello di una faccina “. Essendo un cinofilo lo scambio non mi piace. Preferisco i barboncini.

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C’era più fedeltà in un barboncino, o almeno l’illusione di una fedeltà, mentre delle faccine non mi fido, una faccina ti tradirà sempre con un’altra faccina. Si può costruire un amore su una faccina? No, l’amore ha ancora bisogno di volti. Ma dove sono finiti i volti? Salite su un treno, andate in metropolitana, camminate per strada, è sempre più raro incontrare un volto, un volto umano, un volto sospeso in un silenzio stupefatto o un volto sognante.

I volti si stanno diradando lasciando il posto alle faccine. Tutti a spippolare le proprie emoticon-emozioni con il volto abbassato, con il volto declassato, in attesa di una faccina. Ma un mondo senza volti è un mondo perduto. Viviamo in un deserto popolato di faccine. C’è una faccina per ogni emozione, forse solo l’addio è ancora senza faccina. E Dio. Anche Dio non è preda delle faccine, se per Dio intendiamo ” l’emozione dell’abisso “. Emmanuel Lévinas, il filosofo del volto, diceva che se abbiamo la capacità di vedere il volto umano non siamo più in grado di uccidere. Il volto umano inibisce ontologicamente l’omicidio. La storia dell’umanità è la storia della nostra cecità. Ma in un’epoca dominata dalle faccine uccidere forse è ancora più facile.

Uccidere un amore, un’emozione, un pensiero, un essere umano. La strage delle faccine. In fondo siamo tutti stragisti. Abbiamo dimenticato il volto umano. Morta una faccina se ne fa un altra. Verrà il tempo in cui le faccine diventeranno una religione, un culto febbrile della vanità, ci sarà una liturgia delle faccine, e l’ostia assomiglierà a una faccina che si scioglierà tra un polpastrello e l’altro. Corpo di Cristo, faccina di Cristo. Il passo è breve. Forse quel tempo è già arrivato, mettiamoci l’anima in pace, anzi, la faccina in pace. Che le faccine siano con voi e con lo spirito del vostro cellulare. Io intanto vado ad abbaiare alla luna. Ho ancora un volto, anche se è il volto di un barboncino.

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