E’ durato due ore l’interrogatorio come persona informata sui fatti del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi da parte dei magistrati inquirenti dell’inchiesta sul petrolio della Basilicata. “Era necessario ascoltarla” ha spiegato Luigi Gay, il procuratore capo di Potenza. L’audizione della Boschi è avvenuta in contemporanea con l’intervento alla direzione del Pd del presidente del Consiglio e segretario del partito Matteo Renzi. Il capo del governo ha detto tra le altre cose che le inchieste della Procura potentina non vanno mai a sentenza, ma il procuratore non ha voluto commentare.

Gay è arrivato al ministero, a due passi da Palazzo Chigi, insieme ai pm Francesco Basentini e Laura Triassi, titolari dell’inchiesta, al magistrato della Direzione nazionale antimafia, Elisabetta Pugliese e al dirigente della squadra mobile di Potenza, Carlo Pagano. Al centro dell’audizione del ministro, l’emendamento approvato in legge di stabilità che sbloccava interventi strutturali legati alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri, nel Potentino. Quell’emendamento era stato l’oggetto della telefonata tra l’ex ministro Federica Guidi e il compagno Gianluca Gemelli che ha portato la Guidi alle dimissioni. Non è stata invece calendarizzata l’audizione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico. La Boschi dopo l’interrogatorio è andata al largo del Nazareno dov’è in corso la direzione del Partito democratico che all’ordine del giorno ha in particolare il referendum sulle trivelle. 

Peraltro proprio oggi il Codacons ha presentato un esposto ai pm di Potenza per chiedere ai magistrati di estendere le indagini e verificare le responsabilità del ministro Boschi. Il ministro già nei giorni scorsi, in dichiarazioni pubbliche e interviste, aveva già spiegato che il suo interessamento a quell’emendamento inserito nella legge di Stabilità 2015 era dovuto semplicemente al suo ruolo, visto che è compito del responsabile per i Rapporti con il Parlamento seguire e firmare le proposte di modifica presentate dal governo. Singolare che oggi a protestare per il colloquio chiesto dai pm di Potenza al ministro è solo un parlamentare di Area Popolare, Sergio Pizzolante: “La situazione è inquietante, gravissima sul piano degli equilibri democratici, E’ evidente che ci sono pm che entrano nel processo legislativo, anzi, ci entrano cercando capi d’accusa. Così come ci sono reati costruiti a fini politici per i pm politicizzati che sono sì una minoranza, ma potentissima”.

Sulla Boschi, tuttavia, si sta concentrando la polemica politica. In prima fila il Movimento Cinque Stelle e Forza Italia. #BoschiFacceRide è l’hashtag lanciato dal blog di Beppe Grillo che lega il caso Guidi con la vicenda della Banca Etruria. “Tu eri azionista, tuo padre vicepresidente, tuo fratello dipendente, la moglie di tuo fratello pure, il giudice tuo consulente, non sei un ministro sei un conflitto d’interesse ambulante”. Su tutti questi punti il deputato Alessandro Di Battista ha sfidato la Boschi in un confronto tv. “Il conflitto di interessi – aggiunge il capogruppo dei berlusconiani, Renato Brunetta – è la malattia mortale di questo esecutivo. E pensare che Renzi doveva rottamare tutto e tutti, doveva cambiare verso, mi sembra che sia nel verso peggiore, quello del conflitto di interessi”. 

L’indagine sul Centro Oli di Viggiano non preoccupa Eni, ma fa indignare l’ad Claudio Descalzi che, a margine di una presentazione in Borsa a Milano, se la prende con “chi dice senza sapere quello che facciamo, che siamo degli avvelenatori“. “E’ la cosa che mi fa indignare di più – afferma alzando il tono di voce – perché non avveleniamo nessuno, lo fa invece chi racconta cose senza capire e approfondire, avvelenando il sistema industriale e l’ambiente sociale”. “Con tutto il rispetto e la collaborazione che vogliamo dare alla magistratura che sta indagando sul caso”, in Eni “siamo tranquilli per tutte l’ attività che abbiamo fatto e sulle verifiche che facciamo, su cui metto le mani sul fuoco”. “Vogliamo andare fino in fondo a questa vicenda – conclude – prima di tutto per il rispetto e l’attenzione che abbiamo nei confronti dei territori che ci accolgono”.

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Maria Elena Boschi, il suo staff e le mail dei petrolieri su Tempa Rossa: ecco cosa il ministro deve spiegare ai pm

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