La data era stata fissata per il 5 aprile, come aveva annunciato anche la madre di Giulio Regeni. Ma gli incontri tra magistrati e investigatori egiziani ed italiani, per fare il punto sulle indagini svolte” dalle autorità del Cairo “ed esaminare la relativa documentazione” sul caso del ricercatore ucciso, si terranno il 7 e 8 aprile. All’incontro – che avverrà “nel quadro della cooperazione internazionale” – parteciperanno, per l’Egitto, due magistrati e tre ufficiali di polizia, mentre per l’Italia ci saranno i massimi dirigenti del Servizio centrale operativo (Sco) della polizia di Stato e del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dell’Arma dei carabinieri, oltre al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco. Intanto l’Egitto, secondo quanto riportato dal giornale Al Shourouk, in vista della trsaferta a Roma ha “preparato un dossier sulla vicenda di 2000 pagine che indica le linee generali del crimine e la scomparsa del corpo, nonché le indagini su 200 persone di diverse nazionalità che avevano relazioni con la vittima”. Per il giornale, però, “è ancora mistero sulla composizione del team” che dovrebbe arrivare in Italia tra il 7 e l’8 aprile, ma che per il sito dovrebbe lasciare l’Egitto “nelle prossime ore”.

Chi parteciperà all’incontro – Il Cairo fa sapere che arriveranno il generale Adel Gaffar e il brigadiere generale Alaa Abdel Megid, dei servizi centrali della polizia egiziana e il vicedirettore della polizia criminale del governatorato di Giza, maggiore Mostafa Meabed. Dalla procura del Cairo arriveranno i procuratori Mostafa Soliman e Mohamed Hamdy El Sayed. Intanto la procura di Roma ha smentito la notizia riportata dal sito egiziano Horria post.net secondo al quale Giuseppe Pignatone avrebbe chiesto che della delegazione egiziana in partenza per Roma facciano parte 14 persone, tra le quali il consigliere del presidente per la sicurezza nazionale Fayza Aboul Naga.

Il dossier del Cairo – Il documento preparato dagli inquirenti “è composto da circa duemila pagine nelle quali vengono individuati i filoni principali del delitto e riportati gli interrogatori con oltre 200 persone di varia nazionalità sulle loro relazioni con la vittima”. Il rapporto metterebbe anche in evidenza come “il caso si sviluppi su più fronti, tra cui quello dei compagni della vittima che hanno lasciato l’Egitto dopo la sua morte, quello della banda armata specializzata nel rapinare stranieri in Egitto, soprattutto dopo il ritrovamento nell’abitazione della sorella di uno degli imputati della banda degli effetti personali di Regeni e quello rappresentato dalle informazioni rinvenute nel suo computer portatile personale”.

Il dossier sottolinea poi “le molteplici relazioni della vittima nonostante il breve periodo trascorso in Egitto” e un “rapporto sugli indizi del delitto e sulle impronte ritrovate sugli effetti personali di Regeni a Qalyubiyah“, oltre a un “dossier fotografico sul luogo del ritrovamento del cadavere e sulla sua abitazione”. Mentre le fonti della sicurezza parlano di una partenza del team “nelle prossime ore”, fonti della magistratura citate sempre da Al-Shourouk sostengono che “al momento non è stata annunciata alcuna partenza per l’Italia, né di un team della procura e né di uno di magistrati”. Una fonte del dipartimento di medicina legale ha negato inoltre che nel team atteso in Italia vi sia anche un medico legale, precisando che il vice ministro della Giustizia con delega per la Medicina legale non ha per ora incaricato nessuno. La stessa fonte, che ha preferito restare anonima, ha aggiunto che i rapporti relativi all’autopsia effettuata su Regeni e quelli delle analisi di laboratorio sono stati consegnati alla procura generale, che ha poi interrogato i medici legali su alcuni segni presenti sul cadavere e sulle cause della morte.

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