Il Gp del Bahrain era molto atteso dagli appassionati e dagli addetti ai lavori. Dopo aver infatti corso sul, poco indicativo, tracciato cittadino di Melbourne, la pista del Bahrain è certamente un banco di prova decisamente migliore per poter misurare le forze in pista delle varie squadre.

Ci si aspettava, come sempre, una battaglia Ferrari-Mercedes e così è stato. In molti però speravano di poter vedere i due team in condizioni simili e senza troppe variabili che purtroppo, invece, ci sono state e che hanno in parte reso più difficoltoso il raffronto. Sono mancati, ad esempio, alcuni punti di riferimento importanti: durante il giro di ricognizione si fermava Vettel, a causa di un guasto meccanico alla sua unità motrice, e subito dopo Hamilton rovinava l’aerodinamica della sua vettura a causa di un contatto con la Williams di Bottas, riuscendo però per lo meno a continuare la gara.

F1, GP del Bahrain 2016 - La Gara

I riferimenti pienamente validi erano, quindi, quelli di Rosberg e Raikkonen, con il primo che ha guidato una gara che non l’ha mai visto troppo impensierito dalla Ferrari e il secondo invece che doveva a tratti guardarsi le spalle da Hamilton, ma anche capace di avvicinarsi, senza troppe pretese alla testa della corsa.

Se si attendevano risposte certe e definitive purtroppo bisognerà attendere ancora un altro Gp, ma alcuni punti possono comunque essere fermati.

Il primo riguarda la scarsa affidabilità della Ferrari. Molti erano i dubbi e le preoccupazioni già durante l’inverno con alcune voci che raccontavano di continue rotture dei propulsori sui banchi prova a Maranello. In Australia, poi, è arrivato il problema alla sovralimentazione del motore di Raikkonen (stessa PU che gli ha fatto ottenere il secondo posto in Bahrain) mentre ieri è poi arrivata la rottura di Vettel nel giro di formazione.

Aldilà dei proclami di Arrivabene che rassicurava i tifosi riguardo tutte le voci preoccupanti già il 2 marzo scorso, attendersi dei problemi affidabilistici dopo aver rivoluzionato quasi ogni area dell’unità di potenza sarebbe stato quanto più che legittimo come evidenziammo, sempre in questo blog, nel finale di questo post. D’altronde non c’è praticamente area che non sia stata rivista dai motoristi Ferrari che hanno dato vita ad una vera e propria “scommessa”. Sono stati infatti, riposizionati gli l’MGU-H e MGU-K, rivisto il sistema di sovralimentazione (turbina), eliminato l’intercooler dalla V motore e diviso in due elementi separati, inserita la tecnologia dei cornetti d’aspirazione ad altezza variabile, modificato il basamento… una vera rivoluzione tecnica che difficilmente poteva essere esente da problemi di affidabilità.

granato

Il guaio tecnico che ha fermato Raikkonen in Australia è stato causato dal cedimento della turbina, che ha poi sollevato delle ipotesi fantasiose e prive di fondamento, mentre lo stop di Vettel è stato generato dalla rottura di una valvola motore. Due rotture che certamente non impensieriscono ma che non devono però sfociare in allarmismo ed isteria.

Dal punto di vista invece prestazionale, la Rossa accusa ancora un ritardo che in qualifica appare molto più consistente e che in gara si riesce a contenere, ma sempre di ritardo si parla. C’è del terreno da recuperare e probabilmente non verrà colmato in questa stagione. Tanto per sollevare un po’ di discussione qui sotto, direi che in qualifica il distacco è quantificabile in circa 0,6” (media tra Raikkonen e Vettel dalla Pole di Hamilton) e che in gara al di là di quanto si dica può essere anche più gravoso fino ai 0,8”.

Si solleveranno critiche certamente ma cerco di spiegare. Il distacco di Raikkonen da Rosberg a fine gara, infatti, non è assolutamente gravoso e addirittura Hamilton non è stato in grado di raggiungere il finlandese della Rossa, tutto vero! Ma non dimentichiamo che non sempre i piloti spingono a fondo le loro vetture, sia per gestire le gomme (cosa che in questa Formula 1 non sopporto) e per non sforzare troppo la PU che deve affrontare 4/5 Gp (altra cosa assurda per la F1). Quindi, i momenti in cui i piloti spingono al massimo le loro vetture in gara sono pochi e difficilmente confrontabili tra loro. Ieri però in alcune fasi questo è stato possibile. Se prendiamo ad esempio l’ultima parte di gara, quando sia Rosberg che Raikkonen avevano entrambi le SuperSoft vediamo come il tedesco, per alcuni giri riesce ad essere addirittura più veloce del finlandese di circa un secondo al giro. Se poi prendiamo i primi giri utili dopo il penultimo pit-stop Raikkonen paga 0,8” secondi ad Hamilton che aveva oltretutto l’aerodinamica danneggiata della sua vettura (1’35”.5 per Raikkonen 1’34”.7 per Hamilton).

Numeri che non fanno certamente piacere, ma che possiamo ignorare se vogliamo aggrapparci all’illusione di una Rossa sempre più vicina alla Mercedes, oppure se vogliamo fare i venditori tv anziché essere obiettivi ed imparziali cronisti dell’evento sportivo.

D’altronde anche l’Ing. Mazzola e l’Ing. Scalabroni hanno parlato a Pit-Talk nella trasmissione radiofonica, che conduco ,di distacchi ancora importanti tra i due team puntando l’attenzione principalmente su una carenza di carico della SF16-H. Poi, da tifosi, possiamo illuderci e sperare ma al momento il sogno mondiale sembra sempre più in miraggio da rimandare al prossimo anno.

Articolo Precedente

Formula 1, Gran premio del Bahrain: trionfa Rosberg. Poi Raikkonen e Hamilton

next
Articolo Successivo

Formula 1, i ricavi delle scuderie: Ferrari stravince davanti a Mercedes e Red Bull

next