Elogio del quasi “compagno Marchionne”. Prima nella eNews poi alla scuola politica del Pd Matteo Renzi elegge eroe del giorno il numero uno di Fca. “Quando in un paese c’è la disoccupazione giovanile al 39 per cento, vuol dire che abbiamo bisogno di creare lavoro. In questo paese si è detto che c’era un disegno squallido contro i lavoratori, ma io penso che in questo paese abbia fatto più Marchionne, più alcuni imprenditori, che certi sindacalisti. Io sto con Marchionne – ha detto il premier nel suo intervento alla scuola di politica del Pd – Oggi le jeep si fanno in Basilicata”.

Prima ancora nella eNews il segretario dei Dem aveva parlato del salvataggio della Chrysler definendola “la scommessa industriale di Obama più riuscita” mentre “due anni fa eravamo soli a sostenere il progetto italiano di Marchionne“. “Oggi i numeri parlano per lui: se la Basilicata produce le Jeep per il mercato americano è merito suo, che ci ha creduto quando tutto il pensiero dominante in Italia sapeva solo criticare. Ricordate quando nei talk show chi lo difendeva prendeva fischi su fischi e gli applausi erano tutti per i sindacalisti anti Marchionne? Guardate i dati della produzione di auto in Italia anche a marzo. Fate il conto dei posti di lavoro. E domandiamoci – prosegue – se per quelle che La Pira chiamava ‘le attese della povera gente’ sia più utile creare lavoro o lanciare solo slogan demagogici”.

Renzi si spinge anche oltre. “Io difendo Marchionne. Per me è di sinistra chi crea lavoro, non arrivo a dire il compagno Marchionne ma se vuoi paesi in cui ci sono fabbriche devi avere imprenditori che ci credono e questo atteggiamento purtroppo in Italia la sinistra l’ha respinto”.

A Renzi risponde il leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli: “Ricordo che lo stesso Renzi il 10 ottobre 2012 disse a Repubblica TV che Marchionne ‘aveva tradito gli operai’. Caro Renzi, il sindacato non è tutto uguale – dice Bentivogli -. Per le sfide che abbiamo vinto e per quello che la nostra gente ha subito dentro e fuori dalle fabbriche, non accetteremo più queste generalizzazioni da bar, non degne di chi dice di voler cambiare il Paese”.

“Ci sembra che sia una cattiva formazione politica continuare a generalizzare tutto il sindacato o con qualche piccola parentesi di ambiguità su “certi sindacalisti”, commenta Bentivogli. “Non accetto che il Presidente del Consiglio del mio Paese disponga di così scarsa virtù del discernimento. Guai ad accumunare la Fim, che è largamente la prima organizzazione in Fca, con il sindacato ideologico e reazionario”.

E aggiunge: “Noi abbiamo pazienza e gli rispieghiamo: la Fiat, dopo il no della Fiom a Pomigliano aveva già considerato chiuso quell’investimento e una parte del successo di questa ripresa produttiva è proprio grazie ad accordi sindacali che la parte più forte del sindacato in Fca ha contrattato e sottoscritto con coraggio e lungimiranza. Questi accordi ci sono costati: assalti alle sedi sindacali, dirigenti sotto scorta, violenze e intimidazioni di ogni tipo. Con grande parte dei media italiani che ci hanno dipinto come traditori e venduti”.

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