postpopdepression-e1453865021601Considerato il pedigree dei soggetti coinvolti nella realizzazione di Post Pop Depression, il nuovo album di Iggy Pop, ci si sarebbe aspettati un sound molto più Hard rock. E invece le nove canzoni che compongono il disco hanno sì un appeal poco commerciale, ma mancano le schitarrate desertiche alla Josh Homme (anche se le atmosfere stoner si avvertono) o raw power, avendo in squadra uno come Dean Fertita dei Dead Weather e Matt Helders degli Arctic Monkeys. Già perché l’Iguana del rock, da sempre poco avvezzo a curare gli aspetti relativi alla produzione – è risaputo che fu grazie a David Bowie se il buon Iggy ha potuto fare un salto di qualità – si è affidato all’estro e alle capacità organizzative del leader dei Queen of the Stone Age, Josh Homme, per dar lustro al nuovo, e forse ultimo, capitolo della sua straordinaria carriera fatta di grandi successi, ma anche di cocenti delusioni. Emblematica è la foto in bianco e nero in cui Josh e Iggy sono ritratti mano nella mano e sembra dedicato a lui il verso contenuto nel brano Gardenia: “And just when I thought I could get Gardenia out of my mind, you come into my life. I guess we’re all fucked”.

Post Pop Depression, il diciassettesimo della carriera, è il miglior album solista di Iggy Pop tra quelli prodotti almeno negli anni 2000. Il sound è a tratti cupo e le atmosfere cineree, la voce strascicata si cala bene nelle atmosfere sorretto dall’incedere della sezione ritmica come in Break Into Your Heart,  In The Lobby o German Days. American Walhalla inizia con una melodia orientale in cui si insinua un insolito Pop alla ricerca di salvezza: “C’è qualcuno qui? Chi devo uccidere?”, canta. Il titolo, poi,  la dice lunga: non è facile neanche per uno come lui riprendersi quando i migliori amici vengono a mancare: brani come Sunday e Gardenia – i più belli – sanno di tributo a David Bowie, così come Break Into Your Heart a Lou Reed. “Quando il tuo amore per la vita è una spiaggia deserta, non piangere”, canta Iggy in Chocolate Drops, a conferma del fatto che in questo album il 68enne James Newell Osterberg Jr si è messo a nudo, proprio come il torso e gli addominali scolpiti che sfoggia in ogni sua performance dal vivo. Consigliato anche a chi ricorda e confronta l’Iggy Pop odierno con il vecchio leader degli Stooges.

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