“Non siamo terroristi. I fatti di Bruxelles non riguardano l’Islam e le moschee e i centri islamici non sono covi di kamikaze”. Con queste parole i fedeli musulmani del capoluogo lombardo e i vertici del Caim, il Coordinamento delle associazioni musulmane di Milano, rispondono alle polemiche esplose all’interno del centrosinistra sull’opportunità di continuare sul cammino tracciato dal bando comunale per la realizzazione di nuovi luoghi di culto su tre aree individuate da Palazzo Marino e messe a disposizione di altrettante realtà confessionali. Due di queste sono state assegnate proprio al Caim, ma dopo gli ultimi attentati di Bruxelles si è aperto un dibattito sull’opportunità di portare avanti il progetti. Persino il “padre” del provvedimento, l’Assessore alle politiche sociali del Comune Pierfrancesco Majorino, sembra aver fatto dietro front. Ecco perché la delusione dei musulmani è forte. “Ma se davvero il bando dovesse essere bloccato – dice Reas Syed, avvocato e portavoce del Caim – agiremo nelle sedi opportune per chiedere un risarcimento delle spese che abbiamo sostenuto per presentare i nostri progetti di due grandi nuove moschee per la città”

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