Almeno 6 poliziotti sono morti e altre 23 persone ferite, tra agenti e civili, nell’esplosione dell’autobomba nei pressi della stazione dei bus di Diyarbakir, la principale città curda del sud-est della Turchia, al passaggio di un mezzo di polizia. Tra i feriti almeno 14 sono agenti delle forze dell’ordine. Lo riferisce il sito web del giornale turco Hurriyet. Nella zona dalla scorsa estate gli scontri tra esercito e Pkk hanno provocato centinaia di morti. Secondo le agenzie locali l’attacco è opera del Pkk.  La deflagrazione, stando a fonti della sicurezza citate dal giornale, ha colpito un mezzo con a bordo uomini delle forze speciali.

La capitale del Kurdistan turco era già stata protagonista di un altro attentato, avvenuto il 5 giugno 2015. In quell’occasione ci fu una duplice esplosione durante una manifestazione del partito filo-curdo Hdp, del presidente Selahattin Demirtas, rivelatosi poi la grande sorpresa alle elezioni politiche dell’estate scorsa in opposizione a Erdogan.

Intanto un ragazzo di 16 anni, figlio di una guardia di un villaggio della provincia di Sirnak nel sudest della Turchia, ha perso la vita nel corso degli scontri tra le forze della sicurezza locale e il Pkk. Lo rende noto il militare Mehmet Tatar, spiegando che il figlio, Bayram Tatar, è stato gravemente ferito dai miliziani curdi ed è poi morto nell’ospedale locale. Il minorenne è rimasto accidentalmente coinvolto negli scontri in quanto, come ha raccontato l’uomo all’agenzia di stampa Anadolu, era uscito di casa per andare a raccogliere la legna.

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