Il tar Campania boccia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. E blocca il commissariamento dell’Osservatorio vesuviano disposto dall’Istituto di via di Vigna Murata a metà febbraio. Il tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto il ricorso in sede cautelare presentato dal direttore dell’Osservatorio, Giuseppe De Natale che si era opposto alla decisione con cui era stato sostituito. A causa di un diffuso malessere tra il personale e le gravissime criticità organizzative attestate in una relazione commissionata dall’Ingv al Dipartimento di studi umanistici della Federico II di Napoli. Il merito della questione verrà trattato solo il prossimo 12 ottobre: nel frattempo però si navigherà a vista, dal momento che il tar ha congelato la partita, reintegrando di fatto De Natale. E censurando l’esercizio “del potere di controllo e vigilanza” da parte dell’Ingv che ha disposto il commissariamento “non basato su elementi che denotano una impossibilità di gestione oggettiva dell’ente”. La decisione infatti sarebbe ricollegabile unicamente agli esiti del questionario sul benessere dei dipendenti che secondo il tar “è giunto a conclusioni non univoche sulla gravità della situazione emersa e tantomeno sulla riferibilità della stessa all’organo di vertice”. Insomma, l’Ingv semmai avrebbe dovuto revocare il direttore dell’Osservatorio secondo i modi e i tempi disciplinati dal regolamento dell’Istituto. Che non prevede invece il potere di commissariamento delle sue sezioni territoriali.

Dell’Osservatorio Vesuviano, l’organismo che gestisce la delicate materia del rischio vulcanico nella zona di Napoli, dal Vesuvio ai Campi Flegrei, ilfattoquotidiano.it si era già occupato raccontando come e perché si era proceduto al commissariamento disposto dal consiglio di amministrazione dell’Ingv il 17 febbraio all’unanimità. E dando conto del ‘terremoto’ in corso all’ombra del Vesuvio. Presso l’Osservatorio prestano servizio circa 100 dipendenti che hanno una funzione delicatissima: il monitoraggio h24 dell’area del vulcano e dei campi Flegrei che produce dati rilevanti da trasmettere al Dipartimento della Protezione civile. A capo dell’Organismo è stato nominato nel 2013 Giuseppe di Natale con un incarico, a seguito della decisione del tar, destinato ora a durare fino alla scadenza naturale, il 31 agosto prossimo. A meno che l’Ingv non faccia ricorso nella speranza che il Consiglio di Stato ribalti la decisione dei giudici amministrativi di prima istanza.

Nella memoria predisposta per l’udienza al tar del 23 marzo, l’Avvocatura dello Stato che difende in giudizio l’Ingv ha sottolineato come sin dalla fine del 2014 si erano cominciati a manifestare disagi tra il personale dell’Osservatorio vesuviano. E successivamente era stato disposta un’indagine interna da cui “emergeva chiaramente lo stress da lavoro correlato tra i diretti dipendenti del ricorrente (De Natale, ndr). Nonostante il chiaro risultato dell’indagine, continuava l’anomala gestione”. Tanto che una successiva valutazione sul benessere dei dipendenti era stata affidata al Dipartimento di studi umanistici della Federico II. Dopo una prima relazione, l’Ingv aveva disposto il commissariamento ipotizzando gravi rischi per l’operatività dell’Osservatorio, oltre che di immagine richiamati nella memoria dell’Avvocatura. La quale ha paventato i rischi derivanti dalla “frattura profonda e insanabile con il personale dipendente che si è venuta a creare sotto la direzione  del dott. De Natale”. E ora? In attesa che i magistrati facciano il loro lavoro non resta che sperare che la situazione rientri nella normalità. E che il vesuvio non faccia brutti scherzi.

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