Bernie Sanders batte Hillary Clinton 3 a 0 e risponde con un cappotto nei Western caucuses – Alaska, Hawaii, Stato di Washington – al cappotto, più pesante, subito nel secondo Super Tuesday di metà marzo (lo 0 a 5 tra Florida, Illinois, Missouri, North Carolina, Ohio).

Le assemblee della vigilia di Pasqua non modificano i rapporti di forza tra la battistrada e il rivale, ma il senatore del Vermont intacca il vantaggio dell’ex first lady in termini di delegati nella corsa alla nomination democratica e soprattutto ne mette in ulteriore risalto alcune debolezze, ad esempio la scarsa presa fra i giovani e là dove l’elettorato presenta meno diversità etnica. La Clinton, inoltre, patisce la formula dei caucuses, molto congeniale invece a Sanders.

Usa 2016, comizio Bernie Sanders a  Washington

I risultati sono nettissimi: nello Stato di Washington, il senatore ha avuto quasi i tre quarti dei voti (oltre il 72%), contro neppure il 28% all’ex first lady; in Alaska, ha superato l’80%; e alle Hawaii ha superato il 70%. Lo Stato di Washington aveva 101 delegati in palio, le Hawaii 25 e l’Alaska 16, tutti assegnati proporzionalmente.

La presenza di Sanders in corsa e i risultati conseguiti dal senatore che si autodefinisce ‘socialista’, del tutto insperati e imprevisti, stanno facendo lievitare l’affluenza alle primarie, che è persino più alta di quella del confronto nel 2008 tra la Clinton e Barack Obama: Nonno Bernie, 75 anni, sa coinvolgere molto i giovani e i vecchi liberal, mentre Zia Hillary, 69 anni, coagula a stenta il voto femminile.

Entusiastici i commenti ai risultati, giunti mentre Sanders incontrava 8000 sostenitori a Madison, nel Wisconsin, dove si vota il 5 aprile: “Stiamo seriamente intaccando il vantaggio di Hillary … Abbiamo un sentiero verso la vittoria … E’ innegabile che siamo in un momento di spinta… E quello che vediamo è un’affluenza enorme: vincere significa anche coinvolgere la gente… Vinciamo con i giovani, il futuro dell’America”, ha aggiunto Sanders, elencando i trionfi negli Stati del West dopo le disfatte subite nel Sud, conservatore e dove il voto dei neri pesa di più.

Però, il margine di vantaggio dell’ex first lady resta largo: Sanders ha superato i mille delegati, ma la Clinton ne ha già circa 1750 dei 2.383 necessari per garantirsi la nomination. Invece, come vittorie negli Stati, Hillary è ferma a 18, il senatore ora ne ha 14.

Ora entrambi puntano su New York, il 19 aprile, dove la posta è di 247 delegati, ma dove la Clinton che fu senatrice dello Stato viene data per favorita. Lo stesso dicasi per il 26 aprile, quando si vota in Pennsylvania, Delaware, Maryland, Connecticut e Rhode Island, con quasi 400 delegati in palio. A fine mese, nonostante l’entusiasmo di Sanders, la partita democratica potrebbe essere (quasi) chiusa.

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