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On Air – Storia di un successo, il film in uscita. Ma lo staff tecnico denuncia: “Non vediamo soldi da sei mesi”

Sulla lista dei creditori ci sono proprio tutti: costumisti, scenografici, sarti, macchinisti e operatori. È la troupe di “On Air – Storia di un successo”, pellicola distribuita da Medusa e diretta da Davide Mazzoli, cugino di Marco, padre fondatore della trasmissione radiofonica lo Zoo di 105. Il film – che racconta la storia e i retroscena della carriera del dj Marco Mazzoli – uscirà nelle sale il 31 marzo, anche se “sono almeno una cinquantina le persone a non essere ancora state pagate”. A dirlo lo stesso Riccardo Pintus, fondatore de L'Isola srl e produttore esecutivo del film

di Elisa Murgese

Sulla lista dei creditori ci sono proprio tutti: costumisti, scenografici, sarti, macchinisti e operatori. “Non vediamo un soldi da sei mesi”, ripete lo staff tecnico. È la troupe di “On Air – Storia di un successo”,  pellicola distribuita da Medusa e diretta da Davide Mazzoli, cugino di Marco, padre fondatore della trasmissione radiofonica lo Zoo di 105. Il film – che racconta la storia e i retroscena della carriera del dj Marco Mazzoli – uscirà nelle sale il 31 marzo, anche se “sono almeno una cinquantina le persone a non essere ancora state pagate”. A dirlo lo stesso Riccardo Pintus, fondatore de L’Isola srl e produttore esecutivo del film. Ma il regista e produttore Davide Mazzoli si giustifica dicendo che “nessuno sta morendo di fame: tutti i tecnici sapevano che ci sarebbero potuti essere ritardi nei pagamenti visto che parliamo di un film autoprodotto”. E mentre il produttore esecutivo – appena contattato da ilfattoquotidiano.it – ha promesso che entro qualche giorno salderà tutti i pagamenti, i lavoratori scuotono la testa: “Hai idea di quante volte ci ha detto ‘domani vi pago’?”, racconta Richard Mallaby, operatore steadicam, da agosto in attesa di 4mila euro dalla produzione.

“Promesse di pagamento non mantenute, chiamate senza risposta e mail che cadevano nel vuoto. Hanno fatto i furbi e stanno provando a prenderci in giro”, continua Mallaby. Lui e altri 13 membri della troupe hanno chiesto l’aiuto di un avvocato per recuperare 40mila euro in totale. “Una cifra modesta – commenta Vinicio Ferrante, l’avvocato che li rappresenta – ma alcuni dei miei clienti non hanno un lavoro continuativo e confidato su questi compensi”. Un procedimento che va avanti da mesi, “prima con l’invio di lettere di pagamento, poi siamo stati costretti a iniziare azioni esecutive di recupero credito, che stanno proseguendo fino ai pignoramenti. Nonostante questo, non abbiamo avuto alcuna risposta”. Repliche, che dovrebbero venire tanto dalla produzione – MGP film di Daniele Gramiccia e del regista Davide Mazzoli – quanto dal produttore esecutivo Riccardo Pintus de L’Isola srl.

“Chi si prende l’onere di fare il produttore esecutivo si deve prendere anche la responsabilità di pagare i propri debiti – commenta il regista Mazzoli – Certo, abbiamo avuto dei ritardi con alcuni finanziamenti, ma non abbiamo molto da appuntarci”. D’altronde, secondo il cugino del dj dello Zoo di 105, “nel mondo del cinema ci sono situazioni ben più gravi della nostra: stiamo parlando di un mancato pagamento attorno ai 100mila euro, quattro soldi rispetto a quelli investiti per fare questo film”. Diversa la versione che il produttore esecutivo Pintus ha dato a ilfattoquotidiano.it, lamentando di una “sofferenza finanziaria da parte del produttore, colui che dovrebbe garantire l’arrivo del denaro, mentre il produttore esecutivo dovrebbe solo gestirlo”. Tanto che, in una mail del 17 marzo, Riccardo Pintus ha scritto alla troupe che “i soldi non sono ancora arrivati”. “Il saldo delle buste paga di luglio è stato fatto con soldi miei che non ho ancora riavuto – racconta via posta elettronica il direttore de L’isola srl ai lavoratori in attesa di pagamento – Giusto perché vi rendiate conto della situazione finanziaria del film, sappiate che il costo finale della mia parte esecutiva sarà di circa 1,6 milioni di euro. Ad oggi ho ricevuto (dalla produzione MGP film, ndr), iva compresa, 479mila euro. Credo che per ciascuno di voi sia facile capire da che parte stanno le responsabilità della situazione in cui ci troviamo”. Cifre che, secondo l’avvocato Vinicio Ferrante, mostrano come “il debito di 40mila euro che io rappresento è solo una briciola: probabilmente i debiti contratti per fare questo film sono ben maggiori”.

Eppure Pintus non si preoccupa ed è certo di “riuscire a chiudere la questione economica prima dell’uscita del film”, ovvero entro una manciata di giorni. “Sto facendo un’operazione con la banca per avere un anticipo che mi permetterà a breve di pagare tutte le posizioni”, rassicura il produttore esecutivo mentre l’avvocato dei 14 lavoratori in attesa di pagamento replica di “non potersi fidare delle sue promesse”. Polemiche a parte, tra meno di una settimana “On Air”, storia del successo del conduttore dello Zoo di 105, uscirà nelle sale. “Proprio questo è il rischio maggiore – chiude l’operatore steadicam Richard Mallaby – ovvero che il film inizi la distribuzione, e nessuno più si ricordi di noi”.

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